(Rinnovabili.it) – Il 30 luglio 2021 a mezzanotte si è esaurita una proroga importante. Quella concessa dalle Nazioni Unite alle 195 Parti dell’UNFCCC per consegnare i nuovi impegni climatici nazionali, in vista della Cop26 sul clima di novembre. Gli impegni, noti anche come Contributi Determinati a livello nazionale (Nationally Determined Contributions – NDC) rappresentano quanto i singoli Paesi intendono fare per mantenere fede all’Accordo di Parigi. Piani non vincolanti per la riduzione dei rispettivi gas serra, con cui contenere l’aumento della temperatura terrestre sotto i 2-1,5°C.
Le prime versioni degli NDC era state analizzate dall’ONU e rispedite ai singoli mittenti affinché alzassero l’ambizione interna e gli sforzi di riduzione. A fine luglio sarebbero dovuti arrivare i nuovi Contributi con cui impostare la Conferenza delle parti in programma a Glasgow, ma all’appello manca ancora quasi la metà dei Paesi. E soprattutto alcuni dei più grandi emettitori al mondo come Cina, India, Arabia Saudita e Sud Africa.
“Con il mondo che sta passando per un aumento record delle temperature, con devastanti incendi, inondazioni, ondate di calore e siccità che colpiscono milioni di persone, l’urgenza di accelerare l’azione per il clima è indiscutibile” afferma Fernanda de Carvalho, Global Policy Manager del WWF per il clima e l’energia. “Le prove ci sono tutte ma, secondo alcune stime, gli NDC presentati finora ci hanno messo su una traiettoria verso il riscaldamento globale di 2,4˚C, il doppio del riscaldamento che stiamo vivendo attualmente. Abbiamo bisogno che i paesi facciano molto di più per evitare quel futuro”.
Stando alle informazioni dell’UNFCC, solo 110 Parti, ovvero poco più della metà (58%) di tutti i paesi membri, che coprono il 54% delle emissioni globali , hanno presentato NDC nuovi o aggiornati entro la scadenza del 30 luglio. Questi saranno inclusi in un secondo rapporto di sintesi che sarà pubblicato a settembre, poche settimane prima della COP26.
“Ma ci sono ancora assenze importanti come Cina, India e Sudafrica”. La lezione arriva ancora una volta dalle realtà più piccole e in difficoltà. “I paesi con capacità e responsabilità inferiori sono quelli che si fanno avanti, con 13 NDC presentati a luglio provenienti da nazioni africane”, aggiunge Shirley Matheson, coordinatrice del potenziamento NDC del WWF. “Esortiamo i paesi che non hanno sfruttato questa opportunità a presentare NDC migliorati prima della Cop26”.
Ad oggi, aggiunge l’associazione in una nota, nessuna economia del G20 ha ancora dimostrato un Contributo nazionale ambizioso, sebben insieme rappresentino il 85% delle emissioni globali di gas serra. Secondo la valutazione della Checklist del WWF, sei di queste nazioni – tra cui Giappone, Brasile e Russia – hanno fallito completamente fornendo NDC deludenti. Altri cinque paesi del G20 devono ancora presentare il nuovo Piano (compresa la Turchia, a cui manca anche la ratifica dell’Accordo di Parigi).