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Nuovo record di CO2 in atmosfera: sfondata quota 419 ppm

CO2 in atmosfera: nuovo record, mai così tanta in 63 anni
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Ad oggi la CO2 in atmosfera è il 50% in più di quella dell’era pre-industriale

(Rinnovabili.it) – Mai così tanta CO2 in atmosfera da 63 anni a questa parte, cioè da quando sono iniziate le rilevazioni. La concentrazione di anidride carbonica registrata dai laboratori del NOAA americano a Mauna Loa, nelle Hawaii, ha segnato il valore più alto della storia moderna. Attualmente danzano nell’aria 419,13 parti per milione (ppm) di biossido di carbonio. Battuto il record precedente, che risaliva esattamente a un anno fa: a fine maggio 2020 il valore si era attestato a 417,9 ppm.

Perché è importante la concentrazione di CO2 in atmosfera?

La concentrazione di CO2 in atmosfera è uno degli indicatori più importanti del cambiamento climatico. L’anidride carbonica è un gas climalterante capace di intrappolare calore e contribuire così al riscaldamento globale. Come si vede dal confronto con i valori del 2020, i suoi livelli di presenza nell’aria non seguono le tendenze di breve periodo. L’anno della pandemia ha fatto segnare una flessione di diversi punti percentuali, quasi il 7%, pari più o meno a 2,6 Gt di CO2. Ma l’anidride carbonica ha continuato ad accumularsi, arrivando a nuovi record.

Gli scienziati del NOAA sottolineano un altro primato raggiunto dalla CO2 in atmosfera: i valori attuali sono esattamente il 50% in più di quelli pre-industriali, al termine del 18° secolo, quando erano presenti in aria 278 ppm. Se guardiamo al confronto con l’anno scorso, la corsa dell’anidride carbonica ha rallentato anche se di poco. L’aumento è di 1,82 ppm, mentre la differenza tra 2019 e 2020 era stata di 2,4 ppm. Ma il quadro cambia radicalmente se si allarga lo sguardo.

I livelli di anidride carbonica in atmosfera verso nuovi record

All’inizio di quest’anno, il Met Office britannico aveva previsto il nuovo record a maggio. “L’accumulo di CO2 nell’atmosfera causato dall’uomo sta accelerando”, spiegava Richard Betts, scienziato del clima presso l’ufficio britannico. Negli ultimi 30 anni si è registrato lo stesso aumento visto nei 200 precedenti. “Ci sono voluti più di 200 anni perché i livelli aumentassero del 25%, ma ora – poco più di 30 anni dopo – ci stiamo avvicinando a un aumento del 50%”.

Il picco di concentrazione di anidride carbonica in atmosfera si verifica normalmente nel mese di maggio. È il momento dell’anno in cui la vegetazione dell’emisfero boreale, ormai nel pieno della primavera, inizia a fiorire e tornare rigogliosa. E quindi ad assorbire dall’aria una quantità di CO2 maggiore rispetto ai mesi invernali e autunnali. Dal mese di settembre in avanti, solitamente i valori di CO2 tornano a salire di nuovo.

La permanenza in atmosfera di gas serra varia molto a secondo della molecola considerata. Il metano, ad esempio, ha un potere climalterante fino a 80 volte maggiore della CO2 per i primi 20 anni in cui è immesso in atmosfera. Questo significa che le emissioni di oggi continueranno a far sentire i loro effetti ancora per decenni. La singola molecola di CO2 mediamente resta in atmosfera soltanto 3-5 anni. Ma in realtà il surplus in aria – al netto delle nuove emissioni antropiche – resta pressoché costante. Questo perché la CO2 viene assorbita dagli oceani, ma per ogni molecola assorbita le masse d’acqua ne rilasciano un’altra in atmosfera. Non è quindi alla singola molecola che bisogna guardare, ma al ciclo: l’anidride carbonica in eccesso, in questo modo, resta in circolazione anche per centinaia di anni.

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