Il dato annuale per i primi 5 mesi si attesta a +0,39°C
(Rinnovabili.it) – Perfettamente in linea con la media degli ultimi 30 anni, dice il termometro nazionale per il mese di maggio. Dopo un aprile piuttosto fresco (-0,54°C), anche il mese scorso si è tenuto su valori di temperatura normali. L’anomalia termica nel Belpaese è stata di -0,14°C. Il clima Italia maggio 2023 è lontanissimo da quello che abbiamo vissuto nello stesso mese dell’anno scorso. Allora avevamo toccato +1,83°C, appena quattro centesimi di grado sotto il primato del famigerato 2003.
Tutti i dati del clima Italia maggio 2023
Anche a livello macroregionale le differenze sono spiccate. Il Nord Italia continua ad essere più caldo della media e il quadrante con l’anomalia termica maggiore nel contesto nazionale. Ma si ferma a +0,1 gradi, contro i +2,25°C dell’anno scorso (record assoluto per maggio). Anche il Centro nel 2022 aveva segnato un nuovo primato con +1,81°C, oggi è in territorio negativo con -0,02°C. Il Sud si conferma l’area più “fresca” (relativamente) con -0,29°C contro i +1,56°C del 2022. Da segnalare però i valori delle minime, più alti della media di 0,5-1°C quasi ovunque sullo Stivale.
L’impronta del clima Italia maggio 2023 sul dato annuale si fa sentire. Il valore di riscaldamento globale da gennaio a maggio, su base nazionale, si ferma a +0,39°C rispetto alla media del 1991-2020. Anche se contenuto, si tratta comunque dell’8° scostamento più significativo nella serie storica (che inizia nel 1800; 1831 per l’Italia centrale). Per i primi 5 mesi dell’anno, nonostante la frenata degli ultimi 60 giorni, i valori sono ancora positivi ovunque in Italia con il Nord che si attesta ancora su +0,75°C, il 3° risultato più caldo di sempre. In particolare al Nord-Ovest, dove l’anomalia è più marcata e raggiunge punte di +1,5°C. Mentre Centro e Sud arrivano, rispettivamente, a +0,35 e +0,16°C.
Precipitazioni nella media (ma con più estremi)
Anche il dato delle precipitazioni cumulate ritorna molto vicino alla media. Il valore a livello nazionale per il periodo gennaio-maggio è appena maggiore della media degli ultimi 30 anni, mentre al Nord è poco sotto media. Se si considera invece l’anno idrologico, che va da ottobre a settembre, il Belpaese sconta ancora un deficit idrico. In ogni caso, il dato delle precipitazioni totali va letto insieme a quello della distribuzione delle precipitazioni, che tendono a diventare più estreme e quindi concentrate, come l’alluvione in Emilia Romagna ha mostrato.