Rinnovabili • Clima in Italia: il 2021 un anno “freddo”, ma con estremi e anomalie

Il clima in Italia nel 2021, l’analisi dell’Ispra

L’anno scorso è stato solo 0,23°C più caldo della media degli ultimi 30 anni, ma ha visto diversi estremi climatici importanti – soprattutto precipitazioni eccezionali – e un deficit di precipitazioni che ha preparato la siccità che stiamo vivendo

Clima in Italia: il 2021 un anno “freddo”, ma con estremi e anomalie
L’11 agosto 2021, Siracusa ha registrato il nuovo record europeo di caldo con 48,8°C. via depositphotos.com

Presentato il rapporto “Gli indicatori del clima in Italia nel 2021”

(Rinnovabili.it) – Nel 2021, il riscaldamento globale in Italia si è fatto sentire a febbraio ancor più che nei mesi estivi. E la carenza di precipitazioni soprattutto al Nord, anche se non eccezionale, ha preparato il campo alla siccità che stiamo vivendo quest’anno. Tra le molte ondate di calore che hanno investito il Belpaese, la più intensa è stata quella durante la seconda settimana di agosto, che ha portato al probabile nuovo record europeo di caldo con i 48,8°C di Siracusa. Lo sottolinea l’Ispra nel rapporto “Gli indicatori del clima in Italia nel 2021”.

Un anno “freddo”…

Nel 2021 il clima in Italia ha registrato un’anomalia termica di +0,23°C rispetto alla media degli ultimi 30 anni. Relativamente bassa, tanto che non è stato uno dei 10 anni più caldi per il Belpaese. Ma si tratta comunque dell’8° anno di fila durante il quale la media annuale supera quella climatologica di riferimento. L’ultimo anno con anomalia termica negativa è stato il 2013.

Un’estate decisamente più calda della media (+1,02°C), infatti, è stata compensata da una primavera fredda (-0,96°C). La stima del rateo di variazione della temperatura media è di +0,37± 0,04°C/10 anni, con il rateo di temperatura massima (+0,39 ± 0,05°C/10 anni) maggiore di quello della temperatura minima (+0,35 ± 0,04)°C/10 anni.

Significativo il dato di febbraio. Il secondo mese dell’anno ha registrato la maggiore anomalia termica con +1,82°C, più marcata al centro-nord. Lo scostamento dalla media, infatti, è stato di +1.84°C al Nord, +1.99°C al Centro, +1.71°C al Sud e Isole.

…ma con diversi estremi climatici

Come ricordato prima, il 2021 è l’anno in cui l’Italia (e l’Europa) hanno fatto registrare un nuovo record di caldo, se arriverà la conferma del dato registrato a Siracusa da parte dell’Organizzazione meteorologica mondiale. Ma gli estremi climatici hanno riguardato soprattutto le precipitazioni.

Nei primi giorni del mese di ottobre una fase con forti e persistenti temporali ha fatto registrare in Liguria, fra le province di Genova e Savona, piogge di eccezionale intensità e con quantitativi totali molto elevati. Alla fine del mese di ottobre, un ciclone tropicale localizzato sul Mediterraneo ha scaricato piogge estremamente intense in Italia meridionale. Sulla Sicilia orientale l’intensità oraria ha raggiunto il valore più elevato mai registrato nella regione, e le forti piogge hanno causato diffusi allagamenti ed esondazioni di fiumi e canali.

I valori più elevati di precipitazione sono stati registrati in occasione dell’evento del 4 ottobre: la precipitazione giornaliera ha raggiunto il massimo di 882,8 mm a Rossiglione (GE) e sono state registrate precipitazioni cumulate giornaliere comprese fra 200 e 350 mm fra Liguria centrale ed estremo confine meridionale del Piemonte. Il secondo evento da segnalare è quello relativo ai giorni 24 e 25 ottobre, in cui si sono registrate precipitazioni giornaliere intense nella parte ionica e meridionale della Calabria e nella Sicilia orientale, dove si sono raggiunti valori superiori a 250 mm.

Già nel 2021, il clima in Italia ha avuto poche precipitazioni

In generale, però, la quantità di pioggia caduta in Italia è stata meno della media. La flessione rispetto al periodo 1991-2020 è stata del -7%. Non un dato eccezionale, visto che il 2021 si piazza al 24° posto tra gli anni meno piovosi (dal 1961 a oggi). Ma abbastanza per iniziare ad aumentare il livello di stress su alcune regioni. Al Nord, ad esempio, il deficit idrico è stato del 14%, in gran parte concentrato proprio nel Nord-Ovest (Piemonte), che oggi è uno dei settori dove la siccità si sta facendo più sentire.

È proprio questa una delle differenze maggiori tra il 2022 e un altro anno di consistenti anomalie termiche e di precipitazioni, il 2003. 19 anni fa, infatti, l’indice SPI per la siccità tra febbraio e agosto aveva valori compresi tra 17 e 22, commisurabili con il 23 fisso registrato tra febbraio e maggio 2022. Ma non si ebbe una siccità grave come quella di quest’anno. Da aprile a dicembre 2002 le anomalie di pioggia furono tutte positive, seppur di poco, mentre il 2021 ha proseguito con piogge scarsissime fino a dicembre (da marzo lo SPI è rimasto sempre superiore a 13). (lm)