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Clima e opinione pubblica: i media hanno un ruolo rilevante, ma non sono pronti

L’opinione pubblica sulle questioni relative al clima può essere influenzata dall’azione dei media. Uno studio dell’Università dell’Ohio ha mostrato come un pubblico correttamente informato diventa consapevole dei cambiamenti climatici ma, se esposto a posizioni negazioniste, tende a rimuovere la questione.

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L’opinione pubblica può essere influenzata dall’azione dei media sulle questioni relative al clima: questa la conclusione di uno studio dell’Università dell’Ohio. La ricerca, che verrà pubblicata il 24 giugno sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, ha mostrato le risposte del pubblico di fronte a un’informazione scientificamente corretta, monitorando quanto la diffusione di posizioni negazioniste possa indebolire la convinzione dell’urgenza di affrontare il tema dei cambiamenti climatici. 

Lo studio è stato condotto da Thomas Wood, professore associato di scienze politiche dell’ateneo dell’Ohio, con Brendan Nyhan del Dartmouth College e Ethan Porter della George Washington University.

La divulgazione sul clima può spostare l’opinione pubblica

I report scientifici e la divulgazione sulle questioni relative al clima sono in grado di spostare l’opinione pubblica, farle assumere consapevolezza e sostenere le azioni di contrasto al climate change. Lo studio ha mostrato che la corretta informazione climatica abbia persuaso non soltanto i Democratici, ma anche i Repubblicani o l’opinione pubblica meno convinta delle cause antropiche dei cambiamenti climatici, affermando l’idea dell’urgenza di affrontare con strumenti politici il tema. Si tratta tuttavia di credenze fragili, immediatamente smontabili dall’esposizione a opinioni negazioniste o scettiche. 

Gli esperimenti sono stati condotti in quattro fasi e hanno coinvolto 2.898 partecipanti durante l’autunno del 2020. 

Nella prima fase il pubblico ha letto articoli di media popolari che esprimevano il consenso scientifico sulle cause antropiche dei cambiamenti climatici. Nella seconda e nella terza fase, per simulare il contesto cui è esposta normalmente l’opinione pubblica, sono stati proposti un articolo simile, uno scettico sulla scienza del clima, uno sul dibattito sul tema e un altro su altre questioni. 

L’ultima fase dell’esperimento è stata chiedere ai partecipanti le proprie opinioni sul tema e i propri orientamenti politici.

Dopo ognuna delle fasi ai partecipanti è stato richiesto se credevano nell’esistenza dei cambiamenti climatici e nella loro origine antropica, e se sostenevano le politiche del governo contro i cambiamenti climatici e le energie rinnovabili. 

Il ruolo rilevante dei media

L’esposizione a un’informazione scientificamente accurata ha avuto effetti positivi su tutti i gruppi, così come sui loro atteggiamenti: “Non solo la comunicazione scientifica ha cambiato la comprensione dei fatti delle persone, ma ha anche spostato le loro preferenze politiche – ha spiegato Wood – ha fatto loro pensare che il cambiamento climatico è stato un pressante preoccupazione del governo che dovrebbe fare di più.”

Questa consapevolezza è tuttavia durata poco, andando via via svanendo a partire dalla seconda fase dell’esperimento. Mentre gli articoli sul dibattito tra posizioni hanno riscontrato poco interesse e non hanno influenzato le posizioni dei partecipanti, questo non è avvenuto rispetto a posizioni apertamente scettiche. Più l’opinione pubblica veniva esposta a contenuti negazionisti rispetto alla scienza del clima, più quanto di scientifico era stato acquisito tendeva a scomparire. 

Nel complesso l’esperimento ha mostrato quanto importante sia il ruolo dei media, che sono in grado di influenzare l’opinione pubblica su questioni scientifiche, inducendola a sostenere per esempio politiche d’azione per il clima. 

“È stato sorprendente per noi come i soggetti del nostro studio sono stati suscettibili a quello che hanno letto sul cambiamento climatico nel nostro studio. Ma quello che hanno imparato è svanito molto rapidamente”, ha detto Wood.

Secondo il team di ricercatori, i risultati dello studio vanno in conflitto con l’idea che i media debbano informare solo su questioni nuove, e affermano quella per cui sarebbe importante approfondissero e insistessero sulle questioni di particolare rilevanza. 

“Quello che abbiamo trovato suggerisce che le persone hanno bisogno di sentire gli stessi messaggi accurati sul cambiamento climatico ancora e ancora. Se lo sentono solo una volta, si ritira molto rapidamente. – ha commentato Wood – I media non sono progettati per agire in questo modo.”