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Clima e cooperazione internazionale, Italia pronta a un maggior impegno

clima cingolani
Credits: MiTE

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – L’Italia pronta a aiutare i Paesi in via di sviluppo, per consentirgli di crescere senza inquinare e vincere la lotta ai cambiamenti climatici. La cooperazione internazionale è al cuore del pensiero del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani che – intervistato da ‘Bloomberg‘ – anticipa in un certo senso il lavoro negoziale che si cerca di portare avanti sia in vista del vertice del G20 Ambiente, clima e energia a Napoli tra pochi giorni, sia quello più ampio che guarda dritto alla fine dell’anno e alla Cop 26 di Glasgow.

“L’Italia quest’anno aumenterà il proprio sostegno finanziario verso i Paesi vulnerabili e quelli in via di sviluppo – afferma Cingolani – c’è un consenso generale sul fatto che bisogna dare maggiore supporto ai paesi vulnerabili e in via di sviluppo, perché non possiamo solo chiedere loro di smettere di crescere senza sostenerli finanziariamente”.

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“Italia e Europa sono in prima linea per guidare la transizione energetica e il G20 di questa settimana a Napoli – osserva il ministro della Transizione ecologica – è un’occasione importante per far riprendere e proseguire il dialogo che si è interrotto a causa della pandemia da Covid”. L’agenda contro il cambiamento climatico è “multiforme” e ricca di programmi che riguardano in particolare l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili e di veicoli elettrici che comporta “un’imponente trasformazione del sistema produttivo manifatturiero”.

Secondo Cingolani “l’Europa ha un grande mercato del carbonio con l’Ets (Emission trading scheme, il sistema di scambio delle quote di emissione di CO2); anche se questo “ha un forte impatto per le famiglie, per i costi di trasporto, di manifattura. Gli Usa stanno reintroducendo misure per normalizzare il mercato e cercare di ridurre l’impatto. Serve una discussione, occorre un consenso unanime, generale, che manca e non è facile da raggiungere. Credo ci voglia un po’ di tempo per trovare un accordo globale”.

La transizione – spiega Cingolani – “non sarà indolore perché comporta enormi sforzi economici, cambiare mentalità delle persone sugli acquisti, sulla mobilità, sulla produzione di beni e avrà costi aggiuntivi. Stiamo riflettendo sulla possibilità di introdurre regole per mitigare il costo dell’elettricità che può avere un forte impatto sulle famiglie e sulla produzione industriale ma comunque si tratta di interventi che si svilupperanno nei prossimi due anni”. Nei prossimi cinque anni – conclude Cingolani – con “il Recovery plan e Next generation EU le misure porteranno grosse trasformazioni; sappiamo dove andare nel lungo periodo ma nel medio periodo” il cambiamento “è ancora incerto”.

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