di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Le città italiane sono sotto scacco di caldo e alluvioni. In prospettiva, le temperature dovrebbero salire e dovrebbero aumentare le bombe d’acqua, con un incremento degli impatti sulla salute delle persone, sulla mortalità, e su episodi di dissesto idrogeologico. Pensando a uno scenario di questo tipo nel prossimo futuro è stato messo a punto il nuovo rapporto della Fondazione Cmcc (Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici), ‘Analisi del rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane’, in cui per la prima volta vengono messi a frutto i risultati di dati ad altissima risoluzione per proporre una rassegna del clima, degli impatti, dei pericoli e degli strumenti di cui si stanno dotando Bologna, Milano, Napoli, Roma, Torino e Venezia.
Sono città diverse ma che hanno in comune tre aspetti: “le temperature sono aumentate negli ultimi 30 anni e continuano a farlo in tutte le città; tutti gli scenari evidenziano rischi crescenti per ondate di calore e alluvioni urbane pur nella loro diversità, gli scenari di tutte le città mostrano che le strategie di adattamento riducono la portata degli impatti negativi, soprattutto per la mortalità legata a ondate di calore”.
La tendenza di crescita della temperatura media – viene osservato nel rapporto – si rileva in maniera significativa nel corso degli ultimi trent’anni (1981-2020); dato comune a tutte e sei le città italiane. Così come per tutte, gli scenari futuri mostrano aumento sia delle temperature medie (più 2 gradi centigradi a fine secolo nello scenario che prevede l’applicazione di politiche climatiche) che per il numero di giorni molto caldi in un anno, indicatore rilevante per le ondate di calore (crescita in tutte le città in tutte le stagioni).
Anche il fenomeno delle ondate di calore è comune a tutte le realtà, con una tendenza di crescita che appare già in atto e con incrementi significativi ma diversificati: 50 giorni in più di caldo intenso l’anno negli ultimi decenni del secolo per Napoli rispetto a inizio secolo. Ma è un fenomeno che interessa in maniera significativa anche Milano (più 30 giorni), Torino (più 29) e Roma (più 28).
I problemi legati agli allagamenti per via delle piogge intense sono amplificati dall’ambiente urbano a causa della densità dell’ambiente costruito, dell’impermeabilizzazione del suolo e di specifiche caratteristiche delle singole città. A Venezia, per esempio, negli ultimi 150 anni il livello idrico relativo della città è cresciuto di oltre 30 centimetri e la soglia critica è stata superata 40 volte negli ultimi 10 anni. A Milano si sono registrati 150 eventi di piena negli ultimi 140 anni e in anni recenti si sono manifestati meno giorni piovosi, ma piogge più intense. A Napoli, piogge intense che fino ad oggi si sono verificate ogni 10 anni, potrebbero verificarsi ogni 4. A Bologna, secondo le proiezioni climatiche ci si aspetta per il futuro un aumento di intensità e frequenza di fenomeni di allagamento. In tutti i casi, quindi rispetto a tutte e sei le città, risultano determinanti per la buona riuscita delle attività di valutazione del rischio da cambiamento climatico, la partecipazione in network nazionali o internazionali di città impegnate e l’attivazione di pratiche partecipative che coinvolgano cittadini e stakeholders. Gli strumenti per rispondere agli effetti dei cambiamenti climatici sono piani, progetti, strategie.
“Questo lavoro – spiega Donatella Spano, del Cmcc e dell’università di Sassari, curatrice del rapporto con Valentina Mereu, del Cmcc – è un’assoluta innovazione nell’ambito dell’analisi e della gestione del rischio da cambiamenti climatici su scala urbana. L’obiettivo è quello di fornire uno strumento che, fondato sulle più recenti conoscenze scientifiche, possa contribuire a rendere le nostre città pronte e preparate agli anni che stiamo vivendo e che vivremo, nel segno della sostenibilità e della resilienza. Per raggiungere questo obiettivo, il rapporto mette a disposizione un’integrazione di dati climatici originali con una rassegna approfondita sullo stato dell’arte della conoscenza sugli impatti da cambiamenti climatici e sugli strumenti e i metodi che le città hanno a disposizione per valutare, analizzare e affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici”.
Per ciascuna delle sei città vengono proposte quattro sezioni. Una su clima: gli scenari futuri, ma anche le tendenze che possiamo individuare in quello che è accaduto negli ultimi 30 anni in ogni città, analisi effettuata con dati ad altissima risoluzione (2 Km). Un’altra su impatti climatici: analisi di come gli impatti legati a temperature e precipitazioni hanno interessato e interesseranno le diverse città. La valutazione dei rischi: una rassegna di come ciascuna delle sei città elabora la valutazione del rischio da cambiamento climatico. E gli strumenti di adattamento: una sintesi ragionata degli strumenti di cui le singole città si stanno dotando per implementare strategie e piani di adattamento ai cambiamenti climatici.