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Il ciclo globale dell’acqua sta cambiando e non è una buona notizia

La distribuzione delle precipitazioni è sempre più spostata verso gli estremi, quindi assenza di pioggia o piogge eccezionalmente intense e concentrate in pochi giorni. I dati del 2022 confermano l’esistenza di tendenze di lungo periodo

Ciclo globale dell’acqua: il 2022 conferma l’aumento di eventi estremi
Foto di Jessica Knowlden su Unsplash

Tra siccità e inondazioni, il ciclo globale dell’acqua si sta polarizzando

(Rinnovabili.it) – Anche se la quantità di pioggia totale che cade sul Pianeta in un anno non sta cambiando, ci sono “segni preoccupanti” di variazioni nel ciclo globale dell’acqua. Quello che sta variando, infatti, è la distribuzione geografica e temporale delle precipitazioni. Che porta a stagioni di siccità più frequenti in alcune regioni e a inondazioni in altre.

Nel 2022 “le precipitazioni globali – calcolate in media sull’anno e sulla superficie – erano molto vicine ai valori medi intorno al 2000”, scrivono gli autori del rapporto Global Water Monitor 2022, che analizza il ciclo globale dell’acqua attraverso i dati di oltre 4mila bacini fluviali nel mondo e li incrocia con quelli delle rilevazioni satellitari su temperatura dell’aria, umidità, precipitazioni. “Tuttavia, negli ultimi due decenni le temperature dell’aria sono aumentate e l’umidità dell’aria è diminuita, aumentando lo stress da calore e il fabbisogno idrico per le persone, le colture e gli ecosistemi”.

Gli estremi nel ciclo globale dell’acqua

A questo trend globale se ne affiancano altri due, speculari, il cui impatto è localmente negativo. Anche se il bilancio complessivo resta in equilibrio anche su scala mensile, il ciclo globale dell’acqua registra dei valori minimi da record sempre più spesso. Cosa significa? È sempre più probabile che una regione abbia uno o più mesi l’anno con precipitazioni eccezionalmente scarse. Anche se nel resto dell’anno le piogge risultano più abbondanti della norma, riequilibrando il bilancio.

Sempre l’anno scorso, “il numero di volte in cui sono stati battuti i record di basse precipitazioni mensili è stato il terzo più alto dal 1979 e il 12% in più rispetto alla media intorno al 2000”, scrivono gli autori. Il maggior numero di record di basse precipitazioni annuali è stato battuto negli ultimi tre anni -tutti e tre caratterizzati da La Niña- e “sembra esserci una tendenza a lungo termine verso un maggior numero di mesi con precipitazioni record basse”.

Specularmente aumentano anche gli eventi estremi con precipitazioni abbondanti. “La ricerca ha rilevato che le tendenze all’aumento delle precipitazioni estreme su periodi più brevi (cinque giorni o meno) sono diventate più comuni rispetto alle tendenze alla diminuzione”.