Il fondatore di Funga ha condotto quasi 20 anni di ricerca scientifica sul degrado del microbioma del suolo forestale. Con sequenziamento del DNA e analisi dati, oggi individua quali specie di funghi reinserire nel terreno per aumentare la crescita degli alberi anche del 64%

Le foreste danno un contributo essenziale nel catturare CO2 e ridurre il riscaldamento globale. Catturano il 30% dell’anidride carbonica emessa ogni anno dall’uomo e sono il 2° maggior serbatoio del Pianeta dopo gli oceani. Ma sono ecosistemi sempre più esposti all’impatto dei cambiamenti climatici. E anche i maggiori “polmoni della Terra” ci stanno già inviando segnali poco rassicuranti. Buona parte dell’Amazzonia, negli ultimi anni, ha emesso più CO2 di quanta ne abbia catturata.
Come rimediare? Le soluzioni più gettonate per catturare più carbonio sono di due tipi: tecnologiche o basate sulla natura. Le prime prevedono molti approcci diversi, dalla cattura diretta dall’aria all’alcanizzazione degli oceani. La seconda, di solito, si riduce a piantare più alberi, ondeggiando tra riforestazione e afforestazione.
E se la chiave per ripristinare la capacità delle foreste di catturare CO2 fosse un’altra? Se non dovessimo tutelare gli alberi ma, prima ancora, i funghi?
Ripristinare i funghi per aiutare le foreste a catturare CO2
È l’idea su cui si basa Funga, una start-up statunitense con base a Austin, in Texas. Funga mira a ripristinare la biodiversità fungina nei suoli forestali per accelerare la crescita degli alberi e aumentare la capacità delle foreste di catturare CO2. In estrema sintesi: per avere foreste più sane bisogna avere relazioni migliori tra funghi e alberi.
L’azienda agisce su un aspetto spesso tralasciato del problema: il degrado del microbioma del suolo dovuto alla perdita di microorganismi. Reintrodurre funghi benefici inverte il processo. Ma quali sono i funghi adatti?
Non c’è una risposta univoca. Funga utilizza il sequenziamento del DNA e l’analisi dei dati per identificare e reintrodurre comunità native di funghi micorrizici nei suoli forestali. Questi funghi, detti anche micorrize, sono le specie che vivono in associazioni simbiotiche con le radici delle piante. La simbiosi permette ai funghi di ottenere composti a base di carbonio dalle pianete, mentre quest’ultime grazie ai simbionti riescono a migliorare l’assorbimento dei nutrienti dal terreno.
Come si muove Funga? Aggiungendo il tassello delle micorrize al processo di piantumazione di nuovi alberi. L’idea è di inoculare i piantini con specifici funghi prima del trapianto in loco, migliorando il loro tasso di sopravvivenza e crescita del 30-64%. Numeri che sono contenuti in un articolo scientifico, pubblicato nel 2022 su Nature Microbiology, di cui primo autore è Colin Averill, il fondatore di Funga. L’aumento del tasso di crescita – e la mortalità ridotta – aumentano il potenziale della foresta di catturare CO2.
L’obiettivo a lungo termine della start-up, con orizzonte 2050, è sequestrare almeno 3 miliardi di tonnellate di CO2. Quasi quante ne genera oggi l’Unione Europea in un anno.