Ma la capacità globale di cattura del carbonio resta bassa: appena 244 Mt l’anno
(Rinnovabili.it) – Arriva nuova linfa all’idea di sottrarre anidride carbonica all’atmosfera per risolvere la crisi climatica. La pipeline di progetti di cattura del carbonio si allunga e cresce del 44% rispetto al 2021, raggiungendo una capacità complessiva di 244 Mt CO2 l’anno con 61 nuovi impianti previsti. L’anno scorso erano 169 Mt.
Una soluzione, la cattura del carbonio, che negli ultimi anni ha ricevuto l’ok da parte dell’IEA così come dell’IPCC. La prima sostiene che ben metà della riduzione di emissioni, in futuro, dipenderà da tecnologie che oggi sono ancora allo stadio di prototipo – come, appunto, la tecnologia CCS, acronimo di Carbon Capture and Storage. L’ultimo rapporto dell’IPCC (AR6 WGIII), pubblicato lo scorso aprile, sostiene che in virtualmente tutti i percorsi di mitigazione del global warming sia necessario il ricorso al CCS.
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Secondo il Global Status of CCS 2022, ad oggi la filiera dei progetti di cattura del carbonio ne conta in tutto 196. Di questi, scende nel dettaglio il consueto rapporto annuale preparato dal Global CCS Institute, 30 sono operativi, 11 sono in fase di costruzione, mentre 153 restano allo stadio di sviluppo.
Chi investe di più in cattura del carbonio? Tra gli sviluppi dell’ultimo anno, il rapporto segnala l’Inflation Reduction Act americano, in cui il presidente Joe Biden ha inserito incentivi al CCS che, secondo gli autori dello studio, entro il 2030 potrebbero far crescere l’installazione di impianti per la cattura della CO2 di 13 volte, a oltre 110 MtCO2, rispetto alle politiche in vigore. Sull’altra sponda dell’Atlantico si segnalano la Danimarca con un investimento di 5 miliardi di euro spalmati su 10 anni e i primi progetti per Polonia, Bulgaria e Finlandia. In Cina nel 2022 è diventato operativo il primo impianto CCS con taglia superiore a 1 Mt.
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“La CCS è il coltellino svizzero della mitigazione climatica: continuerà a svolgere ruoli multipli e unici nella decarbonizzazione dell’economia globale. Molte industrie essenziali, come quella del cemento e della produzione chimica, non hanno altre strade percorribili per una decarbonizzazione profonda se non la CCS”, sostiene il CEO del Global CCS Institute Jarad Daniels.