Rinnovabili • Cambiamento climatico: con 2°C a rischio il 30% delle colture Rinnovabili • Cambiamento climatico: con 2°C a rischio il 30% delle colture

Anche a 2°C, il cambiamento climatico mette a rischio 1 coltivazione su 3

Uno studio dell'università di Aalto quantifica come gli spostamenti delle nicchie climatiche influenzeranno la produzione agricola entro la fine del secolo

Cambiamento climatico: con 2°C a rischio il 30% delle colture
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Anche se rispettiamo l’Accordo di Parigi, il 30% delle colture chiave per il consumo umano perderà la sua nicchia climatica, il suo safe climatic space (spazio climatico sicuro). Il cambiamento climatico generato da un aumento del termometro globale di 2°C farà collassare la diversità delle colture, soprattutto alle basse latitudini.

Lo ha calcolato uno studio pubblicato su Nature Food dove un gruppo internazionale di ricercatori, coordinati dall’università di Aalto, analizza 30 colture alimentari fondamentali. Per la 1° volta su scala globale, lo studio quantifica come gli spostamenti delle nicchie climatiche influenzeranno la produzione agricola entro la fine del secolo.

Cambiamento climatico e diversità delle colture

Gli autori hanno analizzato le variazioni nello spazio climatico sicuro di queste colture in diversi scenari emissivi, dal più ottimistico (1,5°C) a quello considerato più estremo dall’IPCC (+4°C). E hanno valutato come varia l’intervallo di temperature, precipitazioni e aridità in cui una coltura può essere coltivata stabilmente.

Il risultato? Già a +2°C rispetto all’era preindustriale, il 10-31% delle attuali aree agricole nelle fasce tropicali perderebbero il loro spazio climatico sicuro. Non significa che in quelle zone sarà impossibile coltivare, ma che non si potranno più coltivare molte delle varietà che vengono piantate oggi. Lo studio calcola che si verificherebbe una riduzione media del 22% della diversità colturale

Per colture come la palma da cocco, l’igname (un tubero) e il fagiolo dall’occhio, tutte cruciali nelle diete di molte popolazioni, oltre il 50% della produzione attuale rischierebbe di trovarsi in condizioni climatiche inadatte già a +3°C.

Vi sono differenze regionali importanti, spiegano gli autori.

Nelle regioni subsahariane e nel Sud-Est asiatico, dove l’agricoltura dipende da poche colture ad alta vulnerabilità, la perdita di diversità potrebbe innescare effetti sistemici. Tra cui meno resistenza a eventi estremi e parassiti, più dipendenza dalle importazioni.

A +4°C, il 48% della produzione agricola odierna in America Latina e Caraibi supererebbe i limiti dello spazio climatico sicuro, con impatti particolarmente gravi su caffè e cacao.

Il Medio Oriente e il Nord Africa sono le regioni più vulnerabili. Il 50% delle terre coltivate è a rischio già a +1.5°C. Il 69% delle aree agricole diventerebbero inadatte a +3°C.

In Asia meridionale, la combinazione tra innalzamento termico e riduzione dei monsoni minaccia direttamente il 60% della produzione di riso, coltura da cui dipendono 3,5 miliardi di persone.

Di segno opposto l’impatto alle medie e alte latitudini. Fuori dalla fascia tropicale il bilancio diventa positivo. Le opzioni colturali – le varietà di piante che possono crescere in un dato luogo – crescono del 18% in media, calcola lo studio.

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