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Cambiamento climatico: il pianeta ha perso l’equilibrio

Lo squilibrio energetico della Terra continua a crescere. Segno che non stiamo riuscendo a controllare il cambiamento climatico

Via depositphotos.com

Calcolato in watt per metro quadro, il parametro è salito del 50% dal 2006 al 2020. Tutto calore in più che incide sul cambiamento climatico

(Rinnovabili.it) – Lo squilibrio energetico della Terra continua a crescere ed è aumentato di quasi il 50% negli ultimi 14 anni rispetto a quello accumulato nell’ultimo mezzo secolo. Non significa che perderemo l’orientamento o che a un certo punto sarà troppo difficile camminare sulla superficie terrestre, ma che la differenza tra la quantità di energia proveniente dal sole che arriva sulla Terra e quella che ritorna nello spazio sta aumentando.

Si tratta di misurazioni importanti, perché rendono meglio di altre l’idea di quanto la comunità internazionale stia riuscendo a controllare il cambiamento climatico. Ci dice infatti se, quanto, quanto in fretta e dove il clima terrestre si sta riscaldando. Oltre a tutto questo, aiuta a prevedere come questo riscaldamento si evolverà in futuro.

E dai risultati, sembra che non ci attenda un futuro roseo. Ai calcoli hanno lavorato una settantina di ricercatori provenienti da diversi istituti in 15 paesi del mondo, elaborando dati provenienti da oceani, terra, ghiaccio e atmosfera. Le conclusioni sono state pubblicate in uno studio sulla rivista open access di Copernicus Publications, spin off dell’iniziativa UE di rilevazione satellitare.

Un pianeta “squilibrato”

Dicono che la Terra ha accumulato quasi 0,5 watt su ogni metro quadrato della superficie terrestre dal 1971. Più recentemente, dal 2006 al 2020, il riscaldamento è aumentato a più di 0,75 watt per metro quadro. Quasi il 90% del calore è stato accumulato dagli oceani, mentre il restante 10% è finito in terra (6%), ghiacci (4%) e atmosfera (1%). 

“L’inventario del calore terrestre in questo studio è sostenuto da una collaborazione multidisciplinare globale e dimostra l’importanza fondamentale degli sforzi congiunti per il monitoraggio del cambiamento climatico” scrivono gli autori dello studio. 
La domanda è: cosa ci aspetta ora? In parte, già lo sappiamo e questi dati arrivano a conferma di una situazione molto critica. “Una delle implicazioni più dirette di uno squilibrio energetico positivo è l’aumento della temperatura superficiale media globale – si legge nella ricerca –  L’accumulo e lo stoccaggio del calore antropogenico in eccesso porta al riscaldamento degli oceani e all’espansione termica della colonna d’acqua, che insieme allo scioglimento dei ghiacci terrestri porta all’innalzamento del livello del mare”. L’accumulo di calore nel sistema terrestre “porta anche al riscaldamento dell’atmosfera, in particolare ad un aumento della temperatura nella troposfera”, mentre per quanto riguarda la terraferma, significa “un aumento dello stoccaggio di calore del suolo, che a sua volta innesca un aumento della temperatura superficiale del suolo, da cui può derivare un aumento della respirazione del suolo e una diminuzione dell’acqua del suolo”.