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Cambiamento climatico e impatti sulla salute, l’allarme dell’Oms

Cambiamento climatico: mancano fondi per limitare l’impatto sulla salute
crediti: ekamelev

Solo 25 paesi sono davvero attrezzati contro il cambiamento climatico sul piano sanitario

(Rinnovabili.it) – Molte strategie e piani nazionali, ma poche misure concrete già introdotte. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sventola il cartellino giallo sulla risposta globale agli impatti del cambiamento climatico sulla salute in un rapporto intitolato 2021 WHO Health and climate change global survey e presentato alla COP26 i Glasgow.

I passi avanti ci sono e vanno sottolineati. La salute non è più un capitolo dimenticato nella lotta al cambiamento climatico, sta diventando una priorità per un numero crescente di paesi. Sono più di 70 gli Stati che hanno già sviluppato, o stanno sviluppando, dei piani e delle strategie nazionali di tutela della salute pubblica che integrano il climate change.

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Soltanto un quarto dei paesi che hanno risposto al sondaggio dell’Oms, tuttavia, hanno davvero tradotto in pratica questi piani. Stiamo parlando di circa 25 Stati. Le difficoltà maggiori denunciate dai ritardatari sono la mancanza di fondi, l’impatto del Covid-19 e la mancanza di risorse umane adeguate a questi compiti.

Ma qualcosa si muove lo stesso. Circa l’85% dei paesi coperti dal sondaggio (cioè più di 80) hanno stabilito un focal point responsabile per la salute e il cambiamento climatico nei loro ministeri della salute, mentre nel 54% dei paesi (circa 50), il ministero della salute ha istituito meccanismi come una task force o un comitato sulla salute e il cambiamento climatico che riuniscono allo stesso tavolo tutti i soggetti rilevanti. Non solo. Due terzi dei paesi ha anche fatto una valutazione delle vulnerabilità e delle misure di adattamento, oppure la stanno portando a termine.

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“La nuova indagine dell’Oms evidenzia come molti paesi sono lasciati senza sostegno e impreparati ad affrontare gli impatti sulla salute del cambiamento climatico”, afferma Maria Neira, direttore dell’OMS per l’ambiente, il cambiamento climatico e la salute. “Siamo qui alla COP 26 per sollecitare il mondo a sostenere meglio i paesi in difficoltà, e per assicurare che insieme facciamo un lavoro migliore per proteggere le persone dalla più grande minaccia alla salute umana che affrontiamo oggi”.

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