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Il cambiamento climatico non conosce confini

Il 2020 in Italia è stato un anno prevalentemente caldo, contrassegnato dalla siccità nei primi mesi dell’anno e da eventi meteorologici intensi, ma l’andamento delle temperature è stato analogo in molte regioni del mondo. Una ulteriore conferma che il clima è un problema da affrontare a livello globale

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Il disastro che si è abbattuto in Germania a causa del cambiamento climatico deve essere un monito ulteriore per assumere le decisioni necessarie ad accelerare verso la transizione ecologica indicata dal Green Deal europeo. Abbiamo visto gli effetti distruttivi del cambiamento climatico e il loro costo in termini economici e di vite umane. Anche a fronte delle perplessità economiche sulla transizione ecologica, quanto costano queste calamità?

La cementificazione rende fragile il territorio

In Italia il territorio è reso ancora più fragile dall’abbandono delle campagne e dalla cementificazione che è avanzata di 2 metri quadrati al secondo perfino nel 2020, l’anno contrassegnato dallo stop generale a causa della pandemia: la cementificazione “impermeabilizza” circa il 7,11% del territorio nazionale. La copertura artificiale impedisce al suolo l’infiltrazione di milioni di metri cubi di acqua piovana, che ora scorrono in superficie aumentando la fragilità del territorio. Pertanto, Coldiretti ritiene strategica la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo, ma chiede anche «di accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Parlamento da quasi un decennio, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio».

Coldiretti sottolinea che in 7275 comuni parte del territorio è in pericolo di dissesto idrogeologico: 7 milioni di persone che vivono in aree a rischio frane, alluvioni ed esondazioni di fiumi. Negli ultimi venticinque anni è sparito oltre ¼ della terra coltivata (-28%), e la superficie agricola utilizzabile si è ridotta a 12,8 milioni di ettari.  Difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico delle attività agricole, secondo Coldiretti, è un passaggio determinante anche per la tenuta del territorio davanti ai cambiamenti climatici.

I numeri allarmanti basati sui dati del Rapporto Gli indicatori del clima in Italia nel 2020 – Anno XVI” pubblicato dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) vanno di pari passo con i dati di ESWD (European Severe Weather Database), che quotano +45% gli eventi climatici estremi rispetto all’anno precedente. Un surriscaldamento progressivo e inarrestabile causato dai cambiamenti climatici che impatta pesantemente sulle attività produttive; ne risente in particolare l’agricoltura, con l’alternarsi di precipitazioni intense e siccità che compromette le colture. I dieci anni più caldi nel periodo 1961-2020 si sono verificati tutti dopo il 2005, e il 2020 il quarantaquattresimo anno consecutivo in cui le temperature medie globali (terraferma e oceani) presentano valori superiori alla media del XX secolo.

Temperature record

Il 2020 in Italia è stato un anno prevalentemente caldo, contrassegnato dalla siccità nei primi mesi dell’anno e da eventi meteorologici di grande intensità: il ventiquattresimo anno consecutivo con anomalia positiva rispetto alla norma, e il decennio 2011-2020 è stato il più caldo dal 1961. Il 2020 è al 23° posto tra gli anni meno piovosi dell’intera serie dal 1961. Su base annuale le anomalie negative di precipitazione sono state elevate (fino a -80% circa) sull’estremo arco alpino occidentale, su Emilia Romagna, Lazio, Campania, Calabria e Sicilia. In alcune aree le precipitazioni sono state invece superiori alla norma; le anomalie positive più intense si sono avute sull’arco alpino centrale e orientale, in Liguria e sul primo tratto dell’Appennino tosco-emiliano.

L’andamento delle temperature è analogo in molte regioni del mondo: sono state registrate temperature record in Europa e in Asia, in alcune aree del Nord America e in alcune aree dell’Oceano Atlantico, Pacifico ed Indiano. In Europa l’anomalia media annuale rispetto al 1981-2010 è stata per la prima volta di circa +2°C e gli ultimi sette anni sono stati i più caldi della serie. Molte le nazioni europee (Regno Unito, l’Olanda, la Svezia e la Finlandia) in cui la temperatura ha segnato un record storico.

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Negli ultimi ventidue anni la temperatura media superficiale del mare è stata sempre superiore alla media; nove degli ultimi dieci della serie storica (ovvero 1961-2020) hanno registrato le anomalie positive più elevate. Le precipitazioni sul Pacifico e sull’Atlantico sono state superiori alle attese, scarse invece nelle aree tropicali. Piogge particolarmente abbondanti sull’Oceano Indiano e nelle aree meridionali della Cina dove intensi monsoni hanno causato allagamenti, frane e danni a persone, infrastrutture e proprietà. Le aree orientali dell’America Settentrionale sono state caratterizzate da grande piovosità, quelle centro-occidentali da siccità nelle. Per l’Argentina il 2020 è stato il quinto anno più secco dal 1961, e in Nuova Zelanda nel mese di febbraio c’è stato il periodo consecutivo senza pioggia più lungo mai registrato in questo mese. Le anomalie climatiche hanno aumentato i cicloni tropicali come pure gli uragani atlantici.