Il documento preparato dalla Commissione europea mette in fila le sfide più importanti per l’UE sotto il profilo strategico da qui al 2050. Il climate change è in cima alla lista. E Bruxelles è più preoccupata dalla perdita di biodiversità che dai gas serra
Il cambiamento climatico è al 1° posto nel 2021 Strategic Foresight Report dell’UE
(Rinnovabili.it) – Il cambiamento climatico è la sfida strategica più importante per l’Europa, al pari delle altre sfide ambientali a cui è collegato. L’impatto del riscaldamento globale su tutti gli aspetti della nostra società fa preoccupare Bruxelles più dei problemi legati al 5G, all’iperconnessione e alle nuove tecnologie digitali, delle pressioni sul modello di democrazia europea e i suoi valori che arrivano dall’esterno e dall’interno dell’UE, e anche più degli scossoni geopolitici all’ordine globale.
Lo scrive nero su bianco la Commissione europea nel 2021 Strategic Foresight Report, un documento dove l’esecutivo UE condensa gli ostacoli strategici da qui al 2050 per i Ventisette e avanza delle proposte per non farsi trovare impreparati.
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In molti documenti internazionali, da varie agenzie Onu alla Nato, il cambiamento climatico viene inquadrato come un “moltiplicatore della minaccia”: un fattore che non è solo un rischio in sé, ma è capace di amplificare i rischi esistenti in molti altri settori. Anche l’UE si accoda, anche senza usare la stessa locuzione. Per la Commissione, infatti, il climate change avrà ripercussioni soprattutto sullo stress idrico, i conflitti e le migrazioni.
“La scarsità d’acqua diventerà particolarmente problematica nel vicinato sud dell’UE, aggravando potenzialmente i conflitti e la pressione sulla migrazione. Questo problema può anche influenzare indirettamente l’UE, attraverso l’insicurezza alimentare e gli shock dei prezzi”, si legge nel rapporto. E le terre coltivabili diminuiranno, aumentando la competizione.
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Più ancora che le emissioni di gas serra e i loro impatti, l’UE è preoccupata per la perdita di biodiversità e le trasformazioni del ciclo dell’azoto. “La portata di questo cambiamento è di gran lunga maggiore della modifica del ciclo del carbonio derivante dalle emissioni di gas serra. Ciò influisce sulle acque dolci, sulle zone costiere e sulla salute umana”, scrive la Commissione.
Clima, biodiversità e sfide ambientali sono legate a doppio filo con la salute pubblica. Il rapporto riconosce e sottolinea molto questo aspetto. “Perdita di biodiversità, pressione sugli habitat animali, uso eccessivo di antibiotici, rischi legati alla ricerca biologica di microbi altamente patogeni, stili di vita malsani: tutti questi fattori rendono più probabili future pandemie o malattie”, continua il documento. “I risultati influenzeranno l’uomo, le principali colture alimentari e la salute degli animali. Le sfide includono malattie infettive, resistenza antimicrobica avanzata, malattie non trasmissibili (cancro, diabete o obesità) e problemi di salute mentale”.