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Il cambiamento climatico preoccupa l’Europa (ma non gli italiani)

L’indagine di Eurobarometro sulla percezione del clima da parte degli europei. Solo per 7 italiani su 100 è il problema più grave in assoluto, contro il 18% della media UE. E siamo convinti di non fare molto in prima persona, ma forse ci sbagliamo

Cambiamento climatico, Eurobarometro: è il problema più grave
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Malattie infettive e stato dell’economia scalzano il cambiamento climatico

(Rinnovabili.it) – Belpaese controcorrente sulla percezione del cambiamento climatico. Nel 2019 il climate change era al secondo posto nella lista dei problemi più urgenti per gli italiani. Due anni più tardi (e con una pandemia di mezzo, scatenata anche da cause climatiche), è sceso al quarto posto. E soltanto 7 italiani su 100 lo indicano come il problema più grave in assoluto a livello globale. Anche se la stragrande maggioranza, l’84%, ritiene che sia molto grave. Ci preoccupano di più la diffusione di malattie contagiose e l’economia.

L’Europa va in un’altra direzione: cresce la percezione del problema. Lo rivela l’indagine di Eurobarometro, il sondaggio condotto dalle istituzioni europee che ha raggiunto oltre 26mila cittadini di tutti i paesi membri tra marzo e aprile del 2021 (leggi qui il sondaggio, in inglese). Il tema, lo stesso dell’edizione 2019: che peso ha il cambiamento climatico nella lista delle preoccupazioni di chi abita nei Ventisette.

Il cambiamento climatico? Affare del governo

In generale, oltre nove persone intervistate su dieci ritengono che i cambiamenti climatici siano un problema grave (93%), e quasi otto su dieci (78%) lo ritengono molto grave. Alla domanda di individuare il problema più grave a livello globale, oltre un quarto dei rispondenti (29%) ha indicato i cambiamenti climatici (18%), il deterioramento della natura (7%) oppure i problemi di salute causati dall’inquinamento (4%).

Siamo in linea con il resto d’Europa nell’individuare chi è responsabile di guidare la lotta al cambiamento climatico. Più di sei intervistati su dieci in Italia (63%, pari alla media UE) credono che sia compito dei governi nazionali, davanti all’Unione Europea (56%, in linea con la media UE del 57%). Un dato importantissimo se lo leggiamo in prospettiva: solo 2 anni fa, chi rispondeva così era rispettivamente il 18 e il 13% in meno.

Gli italiani e il climate change

Il clima è un problema, ma io che ci posso fare? La pensano così poco meno di tre intervistati su dieci (28%, media UE al 41%). Siamo quindi convinti più di altri di essere personalmente responsabili della lotta ai cambiamenti climatici. Ma meno di metà degli intervistati confida di aver fatto qualcosa di concreto per aiutare il clima negli ultimi sei mesi. Sarà vero, o abbiamo poca contezza di come contrastare il climate change? Domanda lecita visto che ben il 95% risponde di aver compiuto almeno una tra un elenco di 15 possibili azioni per combattere il cambiamento climatico.

Cosa facciamo? L’azione più comune è cercare di ridurre i rifiuti e separarli regolarmente per il riciclaggio (74%). Siamo tra i più fiduciosi nello scegliere le auto elettriche (il doppio della media UE). E mettendo costi e benefici sui due piatti della bilancia, 8 italiani su 10 concordano sul fatto che il costo dei danni dovuti al cambiamento climatico è molto più alto degli investimenti necessari per una transizione verde.

Quasi nove intervistati su dieci in Italia (89%, simile alla media UE del 90%) concordano sul fatto che le emissioni di gas serra dovrebbero essere ridotte al minimo compensando le emissioni rimanenti per rendere l’economia dell’UE climaticamente neutra entro il 2050. Infine, quasi otto intervistati su dieci (78%, rispetto alla media UE del 75%) ritengono che i soldi del piano di ripresa economica (il Pnrr) dovrebbero essere investiti principalmente nella green economy.