L’inazione climatica, nel giro di 50 anni, si può mangiare qualcosa come 178mila miliardi di dollari di crescita economia. Soprattutto in Asia-Pacifico e nelle Americhe, ma ogni continente pagherebbe un prezzo salato. Agire subito e in modo ben coordinato a livello mondiale, invece, potrebbe far crescere il pil di 43mila mld al 2070
Report Deloitte, nel 2070 il climate change ci può costare il 7,6 di pil globale
(Rinnovabili.it) – Nei prossimi 50 anni, ignorare l’impatto del cambiamento climatico presenterebbe un conto molto salato. Un conto da 178mila miliardi di dollari a livello globale. Entro il 2070 la perdita media di Pil mondiale si assesterebbe così al -7,6% rispetto a uno scenario in cui, per ipotesi, il climate change non incidesse sul pianeta. Lo calcola Deloitte nel rapporto Global Turning Point Report 2022, appena pubblicato.
La perdita di trazione dell’economia, nell’arco di 5 decenni, sarebbe quindi sostanziosa. I capitali globali, emerge dalle proiezioni di Deloitte, sarebbero impiegati sempre più spesso per riparare ai danni dei disastri climatici invece di essere investiti in modo produttivo. Senza mettere un freno al cambiamento climatico, il danno all’economia sarà globale: ogni regione sarebbe interessata entro il 2070. Anche se in proporzioni molto diverse.
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La regione più colpita sarebbe l’Asia-Pacifico con 96mila mld di dollari di ammanco e Pil che segnerebbe -16%. Seguita poi dalle Americhe, con 36mila mld, e dall’Europa con 10mila mld di dollari di perdite. In questi casi il Pil perduto sarebbe, rispettivamente, il 4% e l’1%. Il resto del mondo messo insieme perderebbe circa 40mila mld.
Un futuro decisamente più fosco di quello che ci aspetterebbe se, da oggi, ci fosse un’azione climatica rapida e coordinata bene a livello globale. In questo caso, l’economia mondiale ne guadagnerebbe: nel 2070 lieviterebbe di 43mila mld rispetto a uno scenario senza cambiamento climatico.
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“Cambiamenti negli stili di vita, di consumo e di produzione, insieme a un riorientamento dei flussi di capitale e a un ricorso massiccio alle nuove tecnologie, sono elementi fondamentali per mantenere l’aumento della temperatura media della Terra entro 1,5°C a fine secolo, traguardo ancora raggiungibile (pur con un temporaneo overshoot) se agiamo con forza fin da ora”, sintetizza Stefano Pareglio di Deloitte.