Il ruolo del cambiamento climatico antropico nell’alluvione di metà settembre
Pochi giorni prima che l’Emilia-Romagna finisse sott’acqua per la 3° volta in 16 mesi, l’Europa centrale è stata colpita da un’alluvione su larga scala. Tra il 12 e il 15 settembre Polonia, Repubblica Ceca, Austria, Romania, Ungheria, Germania e Slovacchia hanno ricevuto una quantità di pioggia eccezionalmente alta. Ci sono stati almeno 24 morti e danni per miliardi di euro (circa 10 miliardi solo per Polonia e Repubblica Ceca). A “sovraccaricare” l’evento è stato il cambiamento climatico. In molti modi.
Probabilità più alta
Il primo riguarda la probabilità che un evento di tale portata si ripresenti. Secondo un gruppo internazionale di ricercatori che ha condotto uno studio di attribuzione sull’alluvione in Europa centrale, “gli eventi di forti precipitazioni della durata di quattro giorni sono diventati circa il doppio più probabili” rispetto all’era pre-industriale, convenzionalmente intesa come il periodo tra il 1850 e il 1900.
Aumento dell’intensità
Come per la maggior parte degli eventi estremi, il cambiamento climatico ha modificato sia la frequenza sia l’intensità dell’alluvione in Europa centrale. Lo studio, condotto sotto l’etichetta della World Weather Attribution (Wwa), calcola che le precipitazioni a metà settembre in quei paesi siano state, complessivamente, “il 20% più intense rispetto all’era preindustriale”.
Previsioni per il futuro
La situazione di calamità in Europa centrale è il risultato (anche) di un clima globale circa 1,2 gradi più caldo e di un’estate che, in Europa, è stata 1,54°C sopra la media degli ultimi 30 anni, polverizzando il record precedente che risaliva al 2022 (1,34°C). Va ricordato che in media, per ogni aumento di 1°C della temperatura dell’aria, la quantità di vapore acqueo che può essere trattenuto dall’atmosfera aumenta del 7%. Rendendo così possibili piogge più intense.
Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Secondo lo studio, se arriveremo a 2°C di riscaldamento globale, si verificherà “un ulteriore aumento previsto di circa il 5% nell’intensità delle precipitazioni e un ulteriore aumento del 50% nella probabilità rispetto ai giorni nostri”.
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