A rischio sarebbero circa 33,4 miliardi di tonnellate di biomassa forestale. Concentrate soprattutto nelle regioni più a nord e a sud del continente
Lo studio del Max Planck Institute for Biogeochemistry sulla correlazione tra salute delle foreste e cambiamenti climatici
(Rinnovabili.it) – Metà delle foreste europee è molto vulnerabile a fenomeni come gli incendi, l’arrivo di insetti nocivi per gli alberi, venti eccessivamente forti, o una combinazione di tutti questi fattori. Dietro questa fragilità ci sono i cambiamenti climatici, che stanno amplificando la portata e la frequenza degli eventi climatici estremi.
Lo afferma in una ricerca da poco pubblicata su Nature Communications un team del Max Planck Institute for Biogeochemistry. Gli scienziati hanno analizzato i dati per il periodo 1979-2018 relativi ai fattori di disturbo per gli ecosistemi forestali nel nostro continente. Le foreste europee coprono circa un terzo del territorio, 2 mln di km2, e hanno un ruolo fondamentale sia per quanto riguarda il clima, sia per la biodiversità e gli equilibri tra gli ecosistemi.
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A rischio, calcolano i ricercatori, sarebbero circa 33,4 miliardi di tonnellate di biomassa forestale. Non in tutto il continente: anzi, la vulnerabilità aumenta in correlazione con i cambiamenti climatici che interessano il clima in cui la foresta è situata. Gli hotspot di vulnerabilità, secondo lo studio, sarebbero quindi concentrati là dove il riscaldamento globale si fa sentire con più intensità: nelle fasce estreme a nord e a sud.
“Esiste una chiara tendenza nella vulnerabilità complessiva delle foreste che è guidata da una riduzione indotta dal riscaldamento nei meccanismi di difesa delle piante contro le epidemie di insetti, specialmente alle alte latitudini”, si legge nella ricerca.
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Particolarmente problematica la situazione per quelle piante di dimensioni maggiori e più vecchie. Tra i fattori di rischio quello che preoccupa di più, in prospettiva, sono gli attacchi portati da insetti. Secondo Henrik Hartmann, responsabile del gruppo di ricerca presso l’Istituto, “l’esperienza degli ultimi anni, soprattutto dal 2018, ha chiaramente dimostrato che la minaccia per le foreste rappresentata dagli insetti nocivi è particolarmente aumentata con il cambiamento climatico in corso. C’è il rischio che un ulteriore riscaldamento climatico aumenti questa tendenza”.