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Alcuni cambiamenti climatici nell’Europa mediterranea sono irreversibili

Cambiamenti climatici: nel Mediterraneo impossibile tornare indietro
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Lo studio dell’università sudcoreana di Pohang è apparso su Nature Climate Change

(Rinnovabili.it) – Alcuni dei processi messi in moto dai cambiamenti climatici sono ormai irreversibili e proseguiranno per centinaia di anni, a prescindere dall’azione dell’uomo. Questo passaggio del 6° rapporto IPCC sul climate change, pubblicato il 9 agosto scorso, è uno di quelli che ha più colpito l’opinione pubblica. L’IPCC si riferiva all’aumento del livello dei mari. Ma questo non è l’unico impatto da cui non potremo più tornare indietro. E alcuni effetti riguardano da vicino anche l’Italia.

Lo spiega bene uno studio dell’università di Pohang, in Corea del sud. I ricercatori hanno simulato come cambierebbe il clima a livello globale se si riducesse progressivamente la concentrazione di CO2 in atmosfera. Uno scenario che si realizzerebbe soltanto con l’impiego su vastissima scala di soluzioni tecnologiche per la cattura diretta dall’aria della CO2, oppure con il ripristino degli ecosistemi al punto da far diventare negativo il bilancio emissivo del pianeta.

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Anche ammettendo che si riuscisse a vivere presto in un mondo con meno di 417,79 ppm (parti per milione) di CO2 in atmosfera, cioè il livello attuale – quello considerato “sicuro” contro gli effetti peggiori del cambiamento climatico era 350 ppm, l’abbiamo superato a fine anni ‘80 – i cambiamenti climatici muterebbero in modo definitivo, su scala umana, il clima di molte zone del pianeta.

C’è una ragione di fondo. La riduzione di CO2 sposterebbe verso sud la zona di convergenza intertropicale, quella fascia posta di solito vicino all’equatore dove si incontrano i sistemi dei due emisferi. E lo spostamento innescherebbe un fenomeno El Niño permanente. Gli anni in cui questa teleconnessione atmosferica si sviluppa in modo più marcato sono particolarmente affetti da siccità, inondazioni, mutamenti dei monsoni.

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Il Mediterraneo e la parte di Europa che vi si affaccia – cioè l’Italia intera – subirebbero delle ripercussioni importanti, calcolano gli scienziati sudcoreani: una diminuzione delle precipitazioni del 20% rispetto ai livelli attuali. Con il conseguente avanzamento della desertificazione e siccità più lunghe e frequenti. In buona sostanza, anche togliendo CO2 dall’atmosfera, il quadrante mediterraneo continuerà ad andare incontro a un destino molto simile a quello che lo aspetta con un aumento continuo del riscaldamento globale.

Altrove, invece, si verificherebbero delle inversioni di rotta. Sulle Americhe le precipitazioni dovrebbero aumentare del 15% in media, ma con enorme rischio di alluvioni importanti su tutto il versante occidentale.

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