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I cambiamenti climatici faranno bollire Medio Oriente e Africa del nord

Studio del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici. Nei prossimi anni se non farà niente per mitigare gli effetti ci sarà un super caldo nelle città che potrebbe durare per più settimane, e rappresentare un pericolo per la vita di esseri umani e animali. Nella seconda metà del secolo 600 milioni di persone a rischio

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Foto di TravelCoffeeBook da Pixabay

Previste ondate di calore senza precedenti

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Ignorare i segni dei cambiamenti climatici porterà a temperature senza precedenti in Medio Oriente e nell’Africa del nord fino a 56 gradi centigradi, con gravi impatti sulla società. Questo quanto emerge dallo studio pubblicato su Nature climate change con il contributo della Fondazione Cmcc (Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici).

“I nostri risultati – spiega George Zittis del Cyprus institute, primo autore dello studio – indicano che, in un percorso business-as-usual, soprattutto nella seconda metà di questo secolo emergeranno ondate di calore super e ultra-estreme, senza precedenti”.

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La regione del Medi Oriente e dell’Africa del nord rappresenta un hot spot dei cambiamenti climatici, poiché le temperature estive stanno aumentando molto più velocemente che nel resto del mondo. Alcune parti della regione sono già tra le località più calde a livello globale. Viene messo in evidenza che ignorare i segnali dei cambiamenti climatici e una mancata azione nel ridurre le emissioni di gas serra porterà a ondate di calore estreme e pericolose per la vita nella regione, con gravi impatti sulla popolazione della zona.

Lo studio mira a valutare le caratteristiche delle future ondate di calore nell’area. Ne risulta che questi eventi comporteranno temperature fino a 56 gradi centigradi in ambienti urbani, e potrebbero durare per più settimane, rappresentando un pericolo per la vita degli esseri umani e degli animali, anche di quelli più tolleranti alle alte temperature come i cammelli. Nella seconda metà del secolo, circa la metà della popolazione abitante la regione del Medio Oriente e dell’Africa del nord, pari a 600 milioni di persone, potrebbe essere esposta a queste condizioni estreme ricorrenti ogni anno. Condizioni che influenzeranno la salute, l’agricoltura e la biodiversità.

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“La comunità scientifica che si occupa di modellistica climatica regionale è concentrata principalmente in Europa e Nord America. C’è ancora poco interesse e ci sono pochi finanziamenti per studiare gli impatti dei cambiamenti climatici nella regione del Mediterraneo e dell’Africa del nord – spiega Paola Mercogliano, direttrice della divisione Regional models and geo-hydrological impacts della Fondazione Cmcc – avere uno studio così importante e dettagliato su quest’area, ancora povera di dati e conoscenze scientifiche sui cambiamenti climatici, è per noi un grande successo. Al Cmcc, crediamo nell’importanza di far progredire la ricerca scientifica nella regione del Mediterraneo, che è altamente vulnerabile agli impatti dei cambiamenti climatici, e stiamo investendo forze e risorse per fornire a questi paesi i dati per conoscere meglio le caratteristiche del loro clima futuro, con l’intento di supportarli nelle azioni”.