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Cicloni tropicali: meno numerosi ma più violenti a causa del climate change

cicloni tropicali
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Entro la fine del XXI secolo i cicloni tropicali passeranno da 86 a 69 all’anno

(Rinnovabili.it) – I cambiamenti climatici dovuti all’attività umana hanno già influenzato, a livello globale, i cicloni tropicali? Questa è la domanda da cui è partito il team di ricerca internazionale guidato dal NOAA, l’Amministrazione nazionale statunitense oceanica ed atmosferica, agenzia federale che si occupa di oceanografia, meteorologia e climatologia.

Il gruppo ha analizzato i dati sui cicloni tropicali dal 1980 al 2018. Lo studio ha permesso così di rilevare come, globalmente, il numero medio di questi eventi atmosferici estremi sia rimasto stabile nel tempo; la media è di circa 86 fenomeni l’anno. Nel contempo tuttavia è cambiata la distribuzione geografica. Nell’Oceano Indiano meridionale, nel Pacifico nord-occidentale e nel Mar dei Coralli, al largo della costa nord-orientale dell’Australia, sono diminuiti, mentre sono aumentati nel Mar Arabico, nel Pacifico centrale, comprese le Hawaii, e nel Nord Atlantico. L’indagine si è concentrata su queste informazioni per comprendere se il “cambiamento climatico antropogenico avesse avuto un ruolo nel guidare tale modello spaziale nelle tendenze globali dei cicloni tropicali”. E la risposta pare essere affermativa. 

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Hiroyuki Murakami, ricercatore climatico presso il Geophysical Fluid Dynamics Laboratory di Princeton e autore principale della ricerca, afferma infatti che per la prima volta è stato dimostrato come il “modello geografico osservato non possa essere spiegato solo con la variabilità naturale”. Secondo lo studio, pubblicato nei Proceedings of National Academy of Science, sono tre i fattori determinanti per le variazioni geografiche dei cicloni tropicali: gas serra, aerosol artificiali ed eruzioni vulcaniche.

I gas serra, riscaldando l’aria e le acque oceaniche, creano un’atmosfera più stabile che dà meno possibilità ai cicloni tropicali di manifestarsi. Gli aerosol artificiali creano copertura nuvolosa che riflette la luce solare lontano dalla terra, raffreddando l’atmosfera e gli oceani. Infine, le eruzioni vulcaniche, che determinano uno spostamento geografico di questi eventi estremi. Ad esempio, quelle di El Chichón in Messico del 1982 e Pinatubo nelle Filippine del 1991 hanno causato il raffreddamento atmosferico dell’emisfero settentrionale, spostando verso sud l’attività dei cicloni tropicali per alcuni anni. 

In ogni caso, seguendo le nostre previsioni, […] verso la fine del XXI secolo diminuirà, a livello globale, il numero di cicloni tropicali” a causa dell’effetto “calmante” dei gas serra. La media annuale passerà da 86 a circa 69, ma non sono necessariamente buone notizie. Infatti, continua Murakami, molti di questi cicloni saranno decisamente più gravi, in particolare a causa dell’aumento della temperatura superficiale degli oceani che ne alimenta intensità e distruttività. La speranza è che questo studio, ha concluso Murakami, fornisca informazioni per aiutare i governi e i responsabili delle politiche climatiche “a comprendere le forze che guidano i cicloni tropicali e, di conseguenza, prendere decisioni per proteggere infrastrutture e vite umane”. 

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