I ricercatori dell’iniziativa World Weather Attribution e di Climate Central pubblicano il loro primo studio annuale sul rapporto tra crisi climatica ed eventi estremi
Nel 2024 abbiamo vissuto 6 settimane di caldo estremo in più rispetto a un mondo senza riscaldamento globale. L’aumento della temperatura media, ormai arrivato a +1,3°C, rispetto al periodo pre-industriale (1850-1900), porta in dote ben 41 giorni in cui il termometro ha raggiunto livelli di caldo pericoloso per la salute. Un mese e mezzo bollente oltre la norma.
Lo hanno calcolato i ricercatori dell’iniziativa World Weather Attribution e di Climate Central, che pubblicano oggi il loro primo rapporto annuale sul rapporto tra crisi climatica ed eventi estremi.
Come è cambiato il caldo estremo nel 2024
Quest’anno si avvia a diventare il più caldo di sempre, da quando esistono registrazioni sistematiche. Anche se molti studi, appoggiandosi a metodi alternativi e ormai accreditati per stimare l’andamento delle temperature nel passato, suggeriscono che il Pianeta non sia mai stato così bollente negli ultimi 125mila anni. Secondo le stime di Copernicus, il 2024 dovrebbe chiudersi per la prima volta con più di 1,5°C di anomalia termica, attorno a quota 1,6°C.
Ma non è l’unica variazione di rilievo. L’altro dato importante da considerare è, appunto, la variazione dei giorni di caldo estremo. L’esposizione a temperature eccessive porta a un aumento della mortalità, soprattutto tra le fasce più fragili della popolazione.
Secondo l’ISGlobal di Barcellona, l’estate 2022 ha visto 13mila morti per caldo estremo solo in Italia. La media mondiale della percentuale di decessi per il caldo rispetto ai decessi totali è dell’1%, quella europea è dell’1,96%. E in Italia sale fino al 2,47%, calcola uno studio recente della Monash University. E l’Europa, da sola, totalizza il 36% delle morti legate alle temperature estreme di tutto il mondo, calcola l’OMS: 175mila decessi l’anno.
WWA e Climate Central hanno calcolato il numero di “giorni di caldo pericoloso” confrontando le temperature giornaliere con il 90° percentile (10% delle temperature più calde) del periodo 1991-2020, un indicatore del legame tra temperatura e mortalità. Hanno poi stimato i giorni sopra questa soglia nel 2024 e in un mondo senza cambiamento climatico, attribuendo così i giorni aggiuntivi al riscaldamento globale.
Ne deriva così la stima di 41 giorni di caldo estremo “di troppo” rispetto a un mondo 1,3°C più freddo. Ma è una media globale. I paesi più colpiti sono alcuni piccoli Stati insulari. Per loro, l’aumento dei giorni arriva a 130 l’anno, più di 4 mesi “in eccesso”.