La promessa di nuovi finanziamenti climatici arriva durante il forum delle principali economie sull’energia e il clima
(Rinnovabili.it) – Un miliardo di dollari di finanziamenti climatici per progetti a basse emissioni. È la promessa fatta ieri dal presidente USA Joe Biden, che intende rifinanziare il Green Climate Fund (GCF) delle Nazioni Unite dopo l’azzeramento dell’era Trump. Il capo della casa bianca ha rilasciato le dichiarazioni al raduno virtuale del forum delle principali economie sull’energia e il clima (Major Economies Forum on Energy and Climate), che comprende leader di Canada, Messico, Germania, Egitto, Australia e Commissione Europea, oltre al Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres.
Biden ha anche affermato che collaborerà con il Congresso per approvare aiuti pari a 500 milioni di dollari in cinque anni per combattere la deforestazione in Amazzonia, tramite il programma del Fundo Amazonia. Un chiaro segnale al nuovo presidente brasiliano, Luiz Inácio da Silva (Lula), che ha un sapore distensivo dopo i chiari segnali di avvicinamento alla Cina mandati dal paese sudamericano.
“Siamo in un momento di grande pericolo ma anche di grandi possibilità – ha detto Biden al forum – Con il giusto impegno e il seguito da parte di ogni nazione, l’obiettivo di limitare il riscaldamento a 1,5 gradi può rimanere a portata di mano”. I paesi che partecipano al forum, infatti, rappresentano circa l’80% delle emissioni mondiali di gas serra e del prodotto interno lordo globale. Un’azione più decisa da parte loro può spostare l’ago della bilancia. Ma il miliardo di dollari promessi da Biden, che raddoppiano il contributo complessivo assicurato dagli USA fino ad oggi, restano una cifra simbolica rispetto a ciò che servirebbe per contrastare realmente gli impatti della crisi climatica.
Il piatto piange
Solo per l’adattamento, l’ONU stima che servirebbero tra i 160 e i 340 miliardi di dollari entro la fine del decennio, che diventeranno 565 miliardi entro il 2050. Finora, il flusso dei finanziamenti per il clima, che passa per diverse istituzioni e non solo per il GCF, ha radunato meno dei 100 miliardi di dollari l’anno promessi a partire dal 2020. Di questi, solo un quarto arriverà in forma di sovvenzioni, tutto il resto è sotto forma di prestiti. Che in una fase come questa vanno solo ad aggravare il debito delle economie più bisognose di supporto.
Alcune proposte chiedono di creare dei sotto-obiettivi specifici per il denaro da erogare sotto forma di sussidi (grants) a partire dal 2025, per garantire il denaro fresco necessario alla transizione energetica e all’adattamento dei paesi più vulnerabili.
La discussione è ancora lunga e la prossima tappa importante è la COP28 di Sharm el-Sheikh, dove si misurerà la serietà delle economie industrializzate sui finanziamenti climatici.