In 70 anni, la biodiversità delle barriere coralline nel mondo è crollata del 60%
(Rinnovabili.it) – Estinzione funzionale. Cioè l’incapacità di svolgere un ruolo significativo nel proprio ecosistema. Con buone probabilità che sia l’anticamera dell’estinzione vera e propria, almeno a livello locale. È questo il futuro che il cambiamento climatico e la pesca eccessiva stanno preparando per le barriere coralline dell’oceano Indiano, sostiene uno studio condotto da specialisti dello IUCN, la più grande organizzazione conservazionista al mondo.
Il quadro descritto dalla ricerca apparsa su Nature Sustainability è quello di un collasso generalizzato entro i prossimi 50 anni. La valutazione applica alle barriere coralline e ai loro ecosistemi la stessa griglia utilizzata dallo IUCN per sondare il livello di rischio estinzione per le specie animali o vegetali. E passa sistematicamente in rassegna tutti i reef dell’oceano Indiano.
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Sono soprattutto i sistemi corallini attorno alle isole a essere più minacciati. Da un lato c’è lo sbiancamento dei coralli (coral bleaching), un fenomeno che si verifica quando le barriere coralline sono sottoposte a eccessivo stress termico troppo a lungo e i coralli iniziano a morire. Il bleaching è causato da ondate di calore marino legato al riscaldamento globale e rischia di colpire specialmente il Madagascar orientale e meridionale, le isole Comore, le Mauritius e l’isola della Réunion.
Tutte le barriere coralline lungo la costa dell’Africa orientale e quelle presenti nel settore nord delle Seycelles sono invece considerate dallo IUCN come vulnerabili a causa della pesca eccessiva. L’attività umana influisce indirettamente – ma in modo pesante – sui reef perché fa diminuire eccessivamente alcune specie di pesci e quindi altera l’ecosistema, dando modo ad alcune specie di alghe dannose per i coralli di prosperare.
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Pochi mesi fa, il primo studio globale sulle barriere coralline e il loro stato di conservazione stimava che la moria delle colonie di polipi ha provocato in 70 anni un crollo dei servizi ecosistemici del 50%, mentre la biodiversità di pesci e organismi marini che popolano questi ecosistemi è calata del 60%.