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L’Australia torna sulla brace: previsti fino a 49°C nel weekend

australia ondata di calore
Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Dalla stagione degli uragani a quella degli incendi: il clima non sembra voler concedere neppure un attimo di respiro al pianeta. E dopo le violente tempeste che hanno colpito il Centro America, provocando quasi 200 morti e migliaia di sfollati, è l’Australia a lanciare il nuovo allarme meteo. Questo fine settimana il Paese si appresta a “ricevere” la prima grande ondata di caldo della sua primavera 2020. Per gran parte all’entroterra meridionale ed orientale si aspettano, infatti, temperature superiori ai 40°C, con picchi addirittura vicino ai 50°C. E il pericolo di nuovi e devastati incendi si fa più concreto.

La previsione arriva dall’ufficio meteorologico australiano (Bureau of Meteorology – BoM) che oggi invita la popolazione a restare a casa e a seguire i consigli delle autorità sanitarie locali. “L’impatto principale si registrerà sull’Australia meridionale, Victoria e Nuovo Galles del Sud, in particolare le aree interne di quegli stati. Sabato, la zona più calda sarà sicuramente nell’entroterra dell’Australia meridionale con temperature che raggiungeranno i 40°C”, ha spiegato Dean Narramore, senior forecaster presso il Bureau of Meteorology. “A nord di Port Augusta, si toccheranno i 48°C e i 49°C”.

Per il Paese tali estremi climatici non costituiscono più una novità, ma lo sono sicuramente in questo periodo dell’anno. L’ufficio meteorologico ha attribuito al leggero indebolimento de La Nina una delle ragioni di questo intenso caldo primaverile. Le scarse precipitazioni a novembre hanno determinato, infatti, un naturale aumento delle temperature. “Questo mese è stato piuttosto insolito in molti modi”, ha affermato Andrew Watkins, responsabile delle operazioni climatiche del BoM. “Abbiamo avuto solo la metà, circa, delle nostre normali precipitazioni ed è del tutto possibile che novembre sarà uno dei nostri nove mesi più caldi mai registrati”. In momento attuale in cui la popolazione è costretta ad affrontare anche il rischio pandemico, le previsioni meteo non possono che preoccupare. 

Lo scorso anno l’Australia ha dovuto affrontare una delle più drammatiche stagione degli incendi ma registrata. Frutto anche di tre anni consecutivi di siccità, tra il 2019 e il 2020 i roghi hanno ucciso 33 persone e 3 miliardi di animali, bruciando 12 milioni di ettari di natura. Quest’anno, invece, il rischio è rappresentato dalle praterie dopo la rigogliosa crescita della vegetazione, aiutata dalle buone piogge d’inizio primavera. “L’erba potrebbe anche essere più verde nell’area in cui ci si trova in questo momento, ma non ci vorrà molto perché si secchi una volta che il caldo dell’estate inizierà a colpire“, ha affermato Richard Thornton, amministratore delegato di Bushfire e Natural Hazard Cooperative Research Centro.

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