Il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre da quando esistono le rilevazioni dirette, il 2025 non dà segnali di un cambio di rotta all’orizzonte. L’aumento della temperatura globale prosegue: a gennaio 2025, il riscaldamento globale ha toccato quota +1,75°C rispetto al periodo pre-industriale. È stato il gennaio più bollente di sempre.
Nuova accelerazione nell’aumento della temperatura globale
Il mese scorso, a livello globale, la temperatura media del Pianeta è stata di 13,23°C. Quasi 8 decimi di grado in più rispetto alla media degli ultimi 30 anni, una conferma della tendenza all’accelerazione del riscaldamento globale in corso negli ultimi anni.
Con i dati di gennaio, rilevati dal sistema UE satellitare Copernicus, la media mobile degli ultimi 12 mesi risale: siamo a +1,61°C sul 1850-1900. Il 2024 era terminato con +1,6 gradi. E negli ultimi 19 mesi, ben 18 sono stati più caldi di 1,5 gradi, la soglia più ambiziosa del Paris Agreement. (Questo non vuol dire che abbiamo già sforato 1,5 gradi ai sensi dell’Accordo di Parigi: in quel caso bisogna guardare la media degli ultimi 30 anni).
L’Europa segna +2,51°C
L’Europa? Arriva anche in questo caso l’ennesima conferma: il vecchio continente si surriscalda più rapidamente di gran parte del resto del Pianeta. L’anomalia termica dell’atmosfera in Europa a gennaio 2025 è stata +2,51°C sulla media del periodo 1991-2020. Si tratta del 2° gennaio più caldo di sempre, dopo quello del 2020 che aveva raggiunto +2,64°C.
Mari bollenti
Anche mari e oceani restano su valori termici molto al di sopra delle medie di riferimento. A gennaio 2025, rileva Copernicus, gli oceani hanno registrato una temperatura media di 20,78°C. è il 2° valore più alto di sempre, appena 0,19 gradi sotto il record toccato 1 anno fa. Tutto questo nonostante si stia rafforzando la Niña, l’equivalente “freddo” di El Niño, nel Pacifico equatoriale.
“Gennaio 2025 è un altro mese sorprendente, che conferma le temperature record osservate negli ultimi due anni, nonostante lo sviluppo delle condizioni di La Niña nel Pacifico tropicale e il loro temporaneo effetto di raffreddamento sulle temperature globali”, commenta Samantha Burgess di Copernicus.
Polo Nord ai minimi
Decisamente negativi anche i dati sul Polo Nord. La calotta ghiacciata dell’Artico è stata il 6% sotto la media di lungo periodo. Il peggior risultato dall’inizio delle rilevazioni, a pari merito con quello di gennaio 2018. L’Antartide, invece, è rimasto il 5% sotto media, invertendo la tendenza del 2023-24 quando era risultato sopra la media.