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Aumento della fame nel mondo e crisi climatica sono due facce della stessa medaglia

Fame nel mondo: la crisi climatica la fa raddoppiare
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Il rapporto di Oxfam sull’impatto del climate change sulla fame nel mondo

(Rinnovabili.it) – La crisi climatica va a braccetto con l’aumento della fame nel mondo. La curva degli eventi estremi a livello globale e quella dell’incremento di chi soffre di fame estrema hanno lo stesso andamento. E se si piazzano questi dati su una mappa, per entrambe gli hotspot coincidono. A spiegare questo legame è Oxfam nel rapporto pubblicato di recente Hunger in a heating world.

“I cambiamenti climatici hanno provocato siccità, inondazioni e ondate di calore più frequenti e intense. Il numero di disastri è quintuplicato negli ultimi 50 anni. Questo fenomeno sta colpendo soprattutto i paesi a basso reddito”, sottolinea l’ong. Paesi dove, in molti casi, l’impatto della crisi climatica si traduce in carestie, scarsità di scorte alimentari e difficoltà negli approvvigionamenti. “I 10 Paesi che dal 2000 hanno ricevuto il maggior numero di appelli delle Nazioni Unite legati agli eventi meteorologici estremi hanno visto aumentare del 123% il numero di persone che soffrono la fame estrema, passando da 21,3 milioni a 47,5 milioni.

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Questi hotspot climatici sono localizzati in Afghanistan, Burkina Faso, Gibuti, Guatemala, Haiti, Kenya, Madagascar, Niger, Somalia e Zimbabwe. In questi paesi, rivela il rapporto di Oxfam, l’impatto del climate change sulla fame nel mondo è particolarmente sensibile e, soprattutto, continua ad aumentare. Solo negli ultimi 6 anni, il numero di persone che soffrono di fame acuta è raddoppiato.

Per Somalia, Kenya, Madagascar e Zimbabwe, gli eventi climatici estremi sono stati la causa principale, nel 2021, dell’aumento della fame. E la prospettiva è un ulteriore peggioramento. Secondo l’ong, “l’incapacità di affrontare la crisi climatica sta perpetuando un sistema di dipendenza da un sistema di aiuti umanitari che non è stato progettato né dotato di risorse per rispondere a shock ciclici di tale portata e frequenza”.

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“I leader dei paesi ricchi e inquinanti devono mantenere le loro promesse di riduzione delle emissioni”, afferma Gabriela Bucher, direttrice esecutiva di Oxfam. “Devono pagare le misure di adattamento e le perdite e i danni nei Paesi a basso reddito, oltre a iniettare immediatamente fondi salvavita per rispondere all’appello delle Nazioni Unite di rispondere ai Paesi più colpiti”.

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