Rinnovabili • Aumento del livello dei mari: a rischio 410 milioni di persone nel 2100

La nuova mappa dell’aumento del livello dei mari punisce i tropici

Misurazioni più accurate dell’altezza delle zone costiere a livello globale grazie al Lidar (di solito usato solo da economie avanzate, come l’Olanda) permettono di migliorare le previsioni sull’innalzamento degli oceani e il suo impatto

Aumento del livello dei mari: a rischio 410 milioni di persone nel 2100
Foto di sabri ismail da Pixabay

Già oggi sono 267 mln le persone in pericolo per l’aumento del livello dei mari

(Rinnovabili.it) – L’aumento del livello dei mari minaccia 267 milioni di persone. Che possono diventare 410 milioni entro il 2100, nell’ipotesi che l’innalzamento delle acque raggiunga 1 metro sui livelli attuali e che la crescita della popolazione sia pari a zero. Lo rivela uno studio che si basa su un metodo di misurazione di solito usato solo dalle economie avanzate, più accurato e focalizzato sull’altezza delle regioni costiere.

I ricercatori hanno impiegato un sistema laser di sensoristica a distanza chiamato LiDAR per mappare tutte le zone costiere. La fotografia che ne è emersa disegna un quadro dell’aumento del livello dei mari più sfumato di quello presentato da altri studi. Di solito, il rischio legato all’innalzamento degli oceani viene localizzato nel sud-est asiatico. L’Asia è certamente il principale hotspot globale, ma a rischio è tutta la fascia dei tropici.

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La mappa ottenuta tramite Lidar mostra che quasi due terzi delle coste considerabili a rischio (il 62%) è concentrata nella fascia tropicale. Nel sud-est asiatico ovviamente: l’Indonesia, ad esempio, è il paese più colpito visto che l’intera fascia costiera rientra nella zona critica. Ma l’aumento del livello dei mari è una realtà anche per paesi africani come la Nigeria, sottolineano gli autori dello studio. Nel 2100, la fascia tropicale aumenterà ancora il suo peso relativo nella mappa del rischio, arrivando a inglobare il 72% delle coste in pericolo.

Un recente studio del Niels Bohr Institute ha calcolato che, se nello scenario di riscaldamento globale peggiore considerato dall’Ipcc gli oceani saliranno di 1,1m, i modelli su cui si basa non sono del tutto coerenti con le serie storiche di dati. Le nuove stime prodotte dai ricercatori aggiungevano altri 25cm.

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In base ai dati diffusi dall’Enea nel 2019, entro la fine del secolo l’innalzamento del mare lungo le coste italiane è stimato tra 0,94 e 1,035 m nell’ipotesi più ottimistica, mentre in uno scenario di riscaldamento globale più sostenuto l’aumento si attesta tra 1,31 e 1,45 m. Secondo Legambiente le aree italiane a rischio entro la fine del secolo, sommate, coprono una superficie pari a quella della Liguria.