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L’aumento del livello dei mari? L’impatto maggiore sarà già prima del 2100

Uno studio apparso su Earth’s Future si basa sulle rilevazioni del sistema satellitare ICESat-2 LiDAR della Nasa invece che sulle rilevazioni radar. L’area esposta a inondazioni aumenta più nelle prime fasi dell’innalzamento delle acque che in quelle successive

Aumento del livello dei mari: l’impatto peggiore arriverà entro questo secolo
Foto di Dave Arellano su Unsplash

Nuove rilevazioni satellitari aggiornano le stime sull’impatto dell’aumento del livello dei mari sulle aree costiere

(Rinnovabili.it) – Sentiremo l’impatto dell’aumento del livello dei mari molto prima del previsto. Molte zone costiere, infatti, sono situate ad un’altezza media inferiore a quella stimata fino ad ora. Per loro, il rischio di inondazione è più concreto. E finiranno sott’acqua con decenni di anticipo rispetto a quanto viene stimato oggi.

È la conclusione a cui arriva uno studio apparso su Earth’s Future che rivede i dati sull’elevazione delle zone costiere basandosi sulle rilevazioni del sistema satellitare ICESat-2 LiDAR della Nasa. Precedentemente, le stime sull’impatto dell’aumento del livello dei mari venivano realizzate a partire da dati raccolti con strumenti radar.

Nuove stime sull’aumento del livello dei mari

Il problema? Gli alberi e i cespugli. “Il radar non è in grado di penetrare completamente la vegetazione e quindi sovrastima l’altezza della superficie”, spiega Ronald Vernimmen, ricercatore presso la società di ricerca olandese Data for Sustainability e prima firma del lavoro. Usando i dati satellitari emerge una fotografia differente. Che richiede alle comunità sulla costa di accelerare i preparativi per adattarsi all’arrivo delle acque.

“I modelli di elevazione del terreno basati su radar applicati finora suggeriscono che l’aumento dell’area al di sotto del livello medio del mare, potenzialmente esposta a inondazioni permanenti, accelererà con il procedere dell’aumento del livello dei mari, essendo inizialmente relativamente limitato”, si legge nello studio. “Tuttavia, applicando i nuovi e più accurati dati di elevazione LiDAR, abbiamo riscontrato uno schema opposto, con l’aumento più rapido dell’area esposta che si verifica nelle prime fasi dell’aumento del livello dei mari.

Non è la prima volta che la rianalisi con dati satellitari peggiora le stime in questo ambito. In un terzo dei paesi analizzati in questo studio, la maggior parte di questo aumento dell’area inondata avverrà mentre si accumula il primo metro di innalzamento delle acque. E in quasi tutti i paesi ciò accadrà entro i primi 2 metri. Per avere un termine di paragone, entro il 2100 l’Ipcc stima che l’aumento degli oceani globali potrebbe attestarsi tra 60 cm e 1,1 m.