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L’atlantificazione dell’Artico fa lo sgambetto ai nostri modelli climatici

Le acque dell’Atlantico, più calde e salate, entrano nel mar Artico riscaldandolo. Questo fenomeno è uno dei fattori più importanti dietro il global warming del Polo Nord ed è iniziato decenni prima di quanto si pensava finora

Atlantificazione dell’Artico: come cambia il global warming del Polo Nord?
Foto di David Mark da Pixabay

Lo studio di università di Cambridge e Cnr sul fenomeno dell’atlantificazione dell’Artico

(Rinnovabili.it) – I sedimenti marini e i microorganismi dello stretto di Fram, tra Groenlandia e le isole Svalbard, dicono che il mar Artico ha iniziato a riscaldarsi molto prima di quando si pensava finora, addirittura all’inizio del ‘900. E che per questo i modelli climatici su cui ci basiamo per prevedere il climate change nella regione polare potrebbero dare scenari troppo ottimisti. Lo afferma un nuovo studio sull’atlantificazione dell’Artico, cioè il processo di infiltrazione delle acque dell’oceano Atlantico in quelle del polo nord.

L’atlantificazione dell’Artico è uno dei fattori che hanno più impatto sul ritmo di riscaldamento globale della regione. Si verifica con un’intrusione di acqua più calda e salata proveniente dall’Atlantico, che nel tempo porta a un aumento della temperatura delle acque e quindi a uno scioglimento accelerato dei ghiacci. Dall’inizio del ‘900 a oggi, hanno calcolato i ricercatori dell’università di Cambridge e del Cnr, il mar Artico è diventato 2 gradi più caldo. Quasi il doppio della media globale.

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L’analisi dei dati raccolti nello stretto di Fram ha permesso di ricostruire l’evoluzione delle masse oceaniche negli ultimi 800 anni. Per otto secoli, si legge nello studio, i valori sembrano restare pressoché costanti. “All’inizio del XX secolo, poi, si verifica un cambiamento marcato in questi parametri”, spiega all’AGI Tommaso Tesi, dell’Istituto di scienze polari presso il Cnr. Come si spiega questo cambiamento nella circolazione oceanica? Per Tesi “esiste una forte correlazione con il rallentamento della formazione di acqua densa nel Mare del Labrador. I nostri risultati implicano la possibilità di una nuova Atlantificazione nel prossimo futuro”.

Proprio lo sguardo sul futuro che siamo in grado di dare è la pietra d’inciampo. Oggi usiamo dei modelli climatici che sono costruiti tenendo conto dello stato dell’arte delle ricerche. Se un fenomeno rilevante non è “catturato” dal modello, gli scenari futuri che elaboriamo saranno sfalsati. È quello che potrebbe succedere nel caso dell’atlantificazione dell’Artico. “Le simulazioni climatiche generalmente non riproducono questo tipo di riscaldamento nell’Oceano Artico”, nota Tesi.

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