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Cosa succede al clima della Terra se gli alberi “tossiscono” invece di respirare

Quando la temperatura media supera i 20°C, gli alberi iniziano ad accelerare il processo di fotorespirazione con cui immettono CO2 in atmosfera. Un processo che accelera se c’è una disponibilità limitata di acqua. Più il clima diventa caldo e secco, più la capacità degli alberi di limitare l’aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera diminuisce

Assorbire e stoccare CO2: il global warming toglie il respiro agli alberi
Foto di Donald Giannatti su Unsplash

Lo studio della Penn State University è pubblicato su PNAS

(Rinnovabili.it) – Più la temperatura del Pianeta aumenta, più gli alberi fanno fatica ad assorbire e stoccare CO2. Questo significa che il ruolo di “cuscinetto” rispetto alla concentrazione di anidride carbonica si indebolisce, portando a sua volta a un aumento del riscaldamento globale. Situazione che si verifica in un clima più caldo e secco, poiché si modifica profondamente la capacità di fotorespirazione delle piante, un processo utilizzato per limitare la perdita di acqua ma che al tempo stesso limita l’assorbimento di CO2.

“Abbiamo scoperto che gli alberi nei climi più caldi e secchi essenzialmente tossiscono invece di respirare”, spiega Max Lloyd, assistente professore di ricerca di geoscienze alla Penn State University e autore principale di uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). “Stanno reimmettendo CO2 nell’atmosfera molto più degli alberi in condizioni più fresche e umide”.

Quando gli alberi smettono di assorbire e stoccare CO2?

Il team di ricercatori ha misurato le variazioni nel processo di fotorespirazione prendendo come parametro di riferimento alcuni composti che si trovano nel tessuto ligneo. In condizioni ottimali, gli alberi riescono a assorbire e stoccare CO2 attraverso la fotosintesi. Quando queste condizioni variano, la pianta rilascia invece CO2. Mentre il tasso di assorbimento di CO2 varia naturalmente a seconda della presenza o meno di luce e della stagione, i cambiamenti osservati dai ricercatori rispetto alla fotorespirazione sono anomali.

In condizioni di temperatura maggiore della norma, lo studio ha rilevato che il tasso di fotorespirazione è fino a 2 volte superiore rispetto a quello degli alberi che si trovano in climi più miti. Questo valore è ulteriormente influenzato dalla disponibilità o meno di acqua: in un clima più secco, il rilascio di CO2 in atmosfera aumenta. La soglia di temperatura oltre la quale inizia ad accelerare la fotorespirazione, nei climi subtropicali, è intorno ai 20°C di media giornaliera. E l’accelerazione è maggiore tanto più alta è la temperatura.

“Abbiamo sbilanciato questo ciclo essenziale”, continua Lloyd. “Le piante e il clima sono indissolubilmente legati. Il più grande prelievo di CO2 dalla nostra atmosfera è la fotosintesi degli organismi. È una grande manopola sulla composizione dell’atmosfera, quindi ciò significa che piccoli cambiamenti hanno un grande impatto”. Circa il 25% dell’anidride carbonica immessa in atmosfera dalle attività dell’uomo oggi viene assorbita e stoccata dalle piante. Una percentuale che potrebbe diminuire sensibilmente con l’aumento del riscaldamento globale.

“Quando pensiamo al futuro del clima, prevediamo che la CO2 aumenterà, il che in teoria è positivo per le piante perché quelle sono le molecole che respirano”, conclude il ricercatore. “Ma abbiamo dimostrato che ci sarà un compromesso di cui alcuni modelli prevalenti non tengono conto. Il mondo diventerà più caldo, il che significa che le piante saranno meno in grado di assorbire quella CO2”.