L’intervento di Farina dell’Associazione nazionale imprese assicuratrici (Ania)
Accelerare l’attuazione della legge sulle polizze catastrofali per le imprese. Puntare sui programmi assicurativi pubblico-privati. Fare squadra a livello nazionale ed europeo per fronteggiare l’impatto del clima che cambia, spingendo su transizione energetica e decarbonizzazione. Sono le tre priorità sul fronte delle assicurazioni contro i rischi catastrofali indicate da Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania (Associazione nazionale imprese assicuratrici), in apertura della High-Level Insurance Conference che si sta svolgendo oggi a Roma. Mentre il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci annuncia: estenderemo presto l’obbligo anche alle case.
Obbligo assicurativo anche per le case
Musumeci ha spiegato che il governo si avvierà “gradualmente” verso la “necessità” “anche per le famiglie” di sottoscrivere una polizza assicurativa contro i rischi catastrofali. In modo analogo a quanto lo stesso governo Meloni ha previsto per le imprese italiane. Tuttavia, tempi e modi restano ancora molto vaghi. Il ministro ha spiegato che la “necessità” sarebbe già prevista nel disegno di legge per la ricostruzione post alluvione in Emilia-Romagna su cui il suo dicastero si è già messo a lavorare. “Non abbiamo ancora parlato di obbligo ma ci avvieremo verso questa conclusione”, ha specificato, anticipando poi possibili accuse di introdurre una patrimoniale sulla casa mascherata: “è più utile tutelare il mercato immobiliare o il bene della propria vita e di quella dei propri cari?”.
L’avanzata della crisi climatica
Vista dalla prospettiva dell’Ania, l’acuirsi della crisi climatica si sta traducendo in un allargamento del gap di protezione. Se aumentano i danni materiali dovuti agli eventi climatici estremi, sempre più frequenti e intensi, la curva di crescita delle coperture assicurative non sta tenendo il passo.
“Inondazioni catastrofiche, tempeste estreme e due terremoti hanno già portato a perdite globali complessive di circa 120 miliardi di dollari” nella prima metà del 2024, ha sottolineato Farina, che ha aperto il suo intervento esprimendo solidarietà con le popolazioni colpite dalla nuova alluvione in Emilia-Romagna per il passaggio della tempesta Boris, ad appena 1 anno dall’evento precedente.
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Chiudere il gap di protezione
C’è, spiega Farina, un gap “sostanziale” in materia di protezione assicurativa “nonostante l’aumento della frequenza e della gravità delle catastrofi naturali”. Un ambito dove l’Italia è in prima linea. Nel 2023 nel Belpaese si è registrato il “picco assoluto di danni assicurati” con 6 miliardi di euro, di cui 800 milioni per le alluvioni in Emilia-Romagna e in Toscana. Tuttavia, argomenta la presidente dell’Ania, in Italia solo il 6% delle abitazioni è coperto contro i rischi di terremoto e alluvione e solo il 5% delle imprese ha una assicurazione per i rischi catastrofali (polizze Catnat).
Attuare la legge sull’obbligo di assicurazioni rischi catastrofali
Per questa ragione il governo deve accelerare l’iter di attuazione della legge che dispone l’obbligo, entro il 31 dicembre di quest’anno, per ogni impresa di dotarsi di assicurazioni contro i rischi catastrofali. La misura è stata introdotta con la manovra 2024 ma “serve un decreto interministeriale”, ha specificato Farina.
“Nelle ultime settimane sono stati compiuti progressi significativi, abbiamo lavorato a stretto contatto con il Governo, l’Ivass, Sace e i rappresentanti delle imprese per sviluppare un sistema efficiente e garantire una rapida attuazione della normativa”, ha aggiunto la presidente di Ania. Mancherebbero ancora alcuni “dettagli contrattuali e tecnici” per definire le caratteristiche delle coperture assicurative.
Partenariati pubblico-privati
Per mobilitare le risorse necessarie e fornire garanzie sufficienti la via maestra è quella dei PPP, i partenariati pubblico-privati. “Come assicuratori italiani, crediamo fermamente che i programmi assicurativi pubblico-privati per i rischi naturali svolgano un ruolo fondamentale”, afferma Farina. L’Italia, ricorda la presidente di Ania, ha un gap di protezione più alto di quelli degli altri paesi G7 e deve quindi fare sforzi in più. Rispetto al 25-50% degli altri Stati, nel Belpaese il gap è attorno all’80%.
Una via per migliorare sul fronte dei PPP è contenuta tra le pieghe del rapporto di Mario Draghi sulla competitività dell’UE. Farina suggerisce che “il settore pubblico dovrebbe garantire investimenti adeguati in infrastrutture resilienti e promuovere l’adozione di misure di riduzione del rischio, mentre gli assicuratori privati potrebbero fornire incentivi agli assicurati che adottano misure preventive”. Soluzione che può essere abilitata seguendo una delle raccomandazioni del rapporto Draghi, ovvero la revisione dei requisiti di Solvency II (la direttiva UE che stabilisce i parametri per la gestione del rischio nel settore assicurativo) per “liberare il capitale delle compagnie assicurative per gli investimenti privati”.