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La bomba climatica che dorme in fondo all’Artico

Artico: una bomba climatica dorme nel permafrost sottomarino
Foto di InspiredImages da Pixabay

La prima stima accurata dei volumi di gas serra imprigionati nel permafrost sottomarino dell’Artico

(Rinnovabili.it) – Metano: 60 miliardi di tonnellate. CO2: 560 miliardi di tonnellate. Ecco la quantità di gas serra che è racchiusa dal permafrost sui fondali ghiacciati dell’oceano Artico. Una quantità abnorme: basti pensare che tutte le attività umane dalla rivoluzione industriale a oggi hanno emesso in atmosfera “solo” 500 mld di t di CO2.

Numeri che vediamo per la prima volta. Fino ad ora, infatti, mancava un stima esatta dello stock di gas serra imprigionati in fondo all’Artico. Per riuscire a scattare una fotografia precisa della situazione, il team di 25 ricercatori si è appoggiato al Permafrost Carbon Network, una rete internazionale di scienziati con più di 400 membri provenienti da oltre 130 istituti di ricerca sparsi in 21 paesi diversi.

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A cosa serve la stima esatta dei gas serra racchiusi dall’Artico? Principalmente, a migliorare i modelli climatici predittivi con cui elaboriamo le traiettorie climatiche future, anche a lungo termine. Modelli che sono la base scientifica su cui gli Stati costruiscono le loro politiche, oltre che la stella polare della diplomazia climatica.

Ovviamente, questo immenso volume di gas serra non sarà rilasciato in tempi brevi. “Si prevede che verrà rilasciato per un lungo periodo di tempo, ma è ancora una quantità significativa”, spiega Jennifer Frederick, tra le autrici della ricerca.

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Lo studio fornisce anche una stima accurata della velocità con cui questi gas serra stanno raggiungendo la superficie marina. Il team stima che il permafrost sottomarino sia in corso di scongelamento fin dalla fine dell’ultimo periodo glaciale, 14.000 anni fa. Attualmente, rilascia circa 140 milioni di tonnellate di anidride carbonica e 5,3 milioni di tonnellate di metano nell’atmosfera ogni anno. Una piccola frazione delle emissioni di gas serra totali su base annua, ma pur sempre l’equivalente delle emissioni di un paese come la Spagna.

“Questo è un esempio di una grande fonte di carbonio che non è stata considerata nelle previsioni o negli accordi sul clima”, continua Frederick. “Anche se non è una bomba a orologeria, ciò che è certo è che gli stock di carbonio del permafrost sottomarino non possono continuare a essere ignorati, e abbiamo bisogno di sapere di più su come influenzeranno il futuro della Terra”.

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