Sulla baia di Baffin la colonnina di mercurio a gennaio è stata in media 8 gradi più calda della norma. La Siberia invece ha toccato picchi di -8°C. L’estensione della calotta conferma il tasso di riduzione di circa il 3%
L’inverno artico dipinge una situazione in chiaroscuro
(Rinnovabili.it) – E’ stato un gennaio ben peggiore della media per il Polo Nord, ma lontano dai valori registrati in un annus horribilis come il 2018. L’estensione del ghiaccio artico in media è stata di 13,48 mln di km2, cifra che resta sopra il minimo storico di circa 400mila km2. Ma alla calotta polare, nel pieno dell’inverno artico, mancano comunque 940mila km2 rispetto alla superficie media del periodo 1981-2010.
Tra i punti dove l’ammanco di ghiaccio artico è maggiore, le rilevazioni satellitari del Noaa segnalano il mare di Barents, la baia di Baffin, lo stretto di Davis e il mare del Labrador. Notizie positive invece in altre regioni, come la porzione di mare di Bering prospiciente l’Alaska e il mare di Okhotsk, dove il ghiaccio era di poco superiore alla media per il mese di gennaio.
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Anche gli scostamenti della temperatura sull’Artico non sono stati univoci. Notevolmente sopra la media è rimasta la colonnina di mercurio sul versante atlantico, tanto che la baia di Baffin ha avuto temperature addirittura di 8°C sopra la media. Anomalie più contenute, tra i 2 e i 6°C, anche per l’Artico canadese e per l’Alaska. Al contrario, termometri in picchiata (da -6 a -8°C sulla media storica) su gran parte della Siberia.
Dati interlocutori, che per il momento sembrano portare la traiettoria dell’Artico non troppo vicino a quella seguita nel 2020. L’anno appena trascorso è stato tra i peggiori di sempre, come certificava lo stesso Noaa poche settimane fa. L’estensione del ghiaccio marino a fine estate è stata la seconda più bassa in 42 anni di osservazioni via satellite, con il 2012 che resiste come anno dei record. Nel settore euroasiatico non ha mai nevicato così poco negli ultimi 54 anni. E gli incendi in Siberia riflettevano temperature assolutamente anomale per il periodo. Tutti fenomeni da monitorare attentamente, visto che il Noaa si aspetta un incremento degli effetti feedback nell’Artico, capaci di innescare effetti a catena e agire da moltiplicatori del cambiamento climatico.
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