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A gennaio, l’anomalia termica al Nord ha toccato +1,41°C

Anomalia termica: gennaio bollente al Nord con +1,41°C
Temperature medie (sx) e minime (dx) in Italia a gennaio 2023. Crediti: Michele Brunetti, Isac-Cnr

I dati Isac-Cnr sull’anomalia termica registrata nel primo mese dell’anno

(Rinnovabili.it) – Nel Nord Italia, il primo mese dell’anno è stato l’8° più caldo dal 1800. A gennaio l’anomalia termica ha toccato +1,41°C sopra la media degli ultimi 30 anni (1991-2020), mezzo grado in più rispetto alla media nazionale che si è fermata a +0,96°C. Una conferma della tendenza registrata per tutto l’anno scorso. Il Belpaese nel 2022 ha frantumato ogni record precedente con +1,15°C di riscaldamento globale, ma al Nord la colonnina di mercurio è stata mediamente 1,37°C più alta della norma. Gennaio, dunque, riprende la corsa su valori analoghi.

Al Nord, anomalia termica di +1,41°C

Il caldo anomalo si è fatto sentire soprattutto in Emilia-Romagna, dove l’anomalia termica ha raggiunto anche i +2,5 gradi. Sul resto della penisola i valori sono stati generalmente di poco sopra la media, con ben pochi quadranti sotto le temperature degli ultimi 30 anni: solo parte della Val d’Aosta e della Sardegna meridionale. Al Centro e al Sud i valori di gennaio si fermano, rispettivamente, a +0,65°C e +0,67°C.

In parte, su questi numeri influisce l’ondata di calore eccezionale che ha tenuto banco su gran parte d’Europa a cavallo di capodanno. Nei primi giorni del 2022, seppur toccata marginalmente, anche l’Italia ha registrato anomalie termiche importanti, intorno ai 10°C in alcune aree.

È stato un gennaio molto poco freddo anche per i valori minimi. Anche in questo caso, l’anomalia termica al Nord è notevolmente più marcata rispetto al resto del territorio nazionale. Se la media italiana è +1,14°C, nelle regioni settentrionali i dati elaborati da Michele Brunetti dell’Isac-Cnr indicano +1,82°C. Le altre regioni, invece, per le minime oscillano tra +0,66 e +0,70°C.

Per finire, uno sguardo al bollettino idrologico diramato dall’Isac-Cnr. Nonostante le precipitazioni, l’Italia sconta ancora un deficit. Rispetto alla media degli ultimi 30 anni, a gennaio il bilancio idrologico nazionale segna circa -5%, in buona ripresa rispetto a dicembre. Deficit che resta più marcato al Nord, dove tocca il 6-7%, comunque in ripresa rispetto all’ultimo mese del 2022 (era attorno al -10%).

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