Secondo una ricerca pubblicata su Nature, a causa dell'incremento della CO2 in atmosfera le turbolenze “in aria limpida” potrebbero aumentare dal 10 al 40%
Gli scienziati hanno condotto i loro studi durante il periodo invernale sul corridoio Nord Atlantico, che registra ogni giorno il passaggio di circa 600 aerei tra Europa e America settentrionale; calcolando che nel 2050 la CO2 presente in atmosfera sarà circa il doppio rispetto a quella del periodo pre-industriale, l’intensità media delle turbolenze potrebbe aumentare dal 10 al 40 per cento.
Lo studio, in particolare, tiene conto solo delle turbolenze “in aria limpida” – senza la presenza di perturbazioni – che ancora oggi non possono essere rilevate dai radar di bordo. Attualmente i piloti si informano sulle condizioni di volo in base alle segnalazioni degli aerei che hanno già percorso nella giornata la tratta transatlantica.
Le turbolenze atmosferiche, si legge nello studio, sono la causa della maggior parte degli incidenti aerei che si registrano ogni anno, provocando il ferimento di centinaia di passeggeri, oltre che danni strutturali al velivolo che costano alle compagnie aeree milioni di dollari. Senza contare, poi, i ritardi che i voli potrebbero accumulare e il consumo sempre maggiore di carburante dovuto alla necessità di cambiare rotta per evitare le turbolenze più forti.
“Il trasporto aereo – spiega ironicamente Paul Williams, co-autore dello studio – è in parte responsabile dei cambiamenti climatici a causa delle emissioni di CO2, ma i nostri risultati mostrano per la prima volta come lo stesso clima stia per prendersi la sua rivincita sull’aviazione”.