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Cambiamenti climatici e danni sanitari: presentata la Carta di Roma

cambiamenti climatici

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di 250.000 decessi all’anno nei prossimi vent’anni a causa dei cambiamenti climatici

(Rinnovabili.it) – Nella giornata di ieri, durante la sessione scientifica del Villaggio per la Terra, si è discusso di cambiamenti climatici e delle loro conseguenze. In particolar modo presentando il frutto del lavoro svolto per la redazione della “Carta Internazionale di Roma su clima e salute” (documento in pdf), realizzata al termine del Simposio internazionale ‘Health and Climate Change’ (‘Salute e cambiamenti climatici’) tenutosi a Roma presso l’Istituto Superiore di Sanità dal 3 al 5 dicembre 2018. Il documento sancisce un’unità d’intenti del mondo scientifico compatto «nel sostenere che gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute, diretti ed indiretti» vadano «affrontati immediatamente». L’appello della comunità scientifica riunisce 500 ricercatori provenienti da 27 paesi e delinea le azioni necessarie da intraprendere riguardo la questione dei cambiamenti climatici in relazione con le tematiche della quotidianità (salute, salubrità dell’aria, igiene dell’acqua, malattie trasmissibili, sviluppo e mobilità sostenibile, sicurezza alimentare).
Un’importanza capitale, quella dei temi legati ai cambiamenti climatici, soprattutto se si analizzano i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che parla di 250.000 decessi all’anno che avverranno nei prossimi vent’anni.

 

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Le azioni da intraprendere, stando alla “Carta di Roma”, riguardano anzitutto la «mitigazione dei cambiamenti climatici» e l’adozione di «sistemi di allerta» che si rendono «necessari per ridurre e monitorare l’impatto degli inquinanti e delle relative patologie umane.

Per quel che concerne la qualità dell’aria, si ravvisano come necessarie «politiche ben concepite e precise» che «devono essere sviluppate per ridurre le emissioni di anidride carbonica e inquinanti di breve durata in settori come il trasporto, la progettazione urbana, l’edilizia, la sanità, l’alimentazione e l’agricoltura». Anche perché, stando a quanto riporta la relazione: «il circolo vizioso instauratosi tra cambiamenti climatici e qualità dell’aria deve essere contrastato nel suo impatto sulle patologie non trasmissibili e in quelle respiratorie e cardiocircolatorie in particolare».

Allo stesso modo va promossa una corretta informazione ed educazione sui cambiamenti climatici: «deve essere promossa – prosegue il documento – l‘educazione dei cittadini sugli effetti del cambiamento climatico sulla salute» agendo anche nello stile di vita quotidiano: «stili di vita e [di] sviluppo sostenibili devono essere adottati nella gestione degli ecosistemi per evitare la “sesta estinzione di massa”».

 

Durante il panel di discussione scientifica svoltosi al Villaggio per la Terra di ieri si è avviato un dibattito sulla questione dei cambiamenti climatici e, dunque, presentando il lavoro svolto per la redazione della “Carta Internazionale di Roma”: sono intervenuti Walter Ricciardi (Presidente della Federazione Mondiale delle Società di Sanità pubblica e direttore del Dipartimento per la Salute della Donna e del Bambino della Fondazione Policlinico Gemelli IRCSS), Alberto Contri (Presidente della Fondazione Pubblicità Progresso), Giovanni Raimondi (Presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCSS), Bruno Dallapiccola (direttore scientifico dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù); Giovanni Scambia (direttore scientifico della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCSS).

Walter Ricciardi ha dichiarato che «i cambiamenti climatici sono un’apocalisse a fuoco lento» per quel che riguarda la salute. La questione assume una rilevanza tale da non poter essere sottovalutata dal momento che i rischi legati ai «cambiamenti climatici sono largamente sottostimati», ha proseguito Ricciardi, «perciò è opportuno parlarne in tutte le circostanze e spiegare questi dati ai cittadini».

Nel corso del dibattito si è anche dibattuto di quel che si può attuare concretamente, stilando un vero e proprio vademecum di ‘azioni quotidiane’, tra cui: rifiutare la logica dell’usa e getta, non sprecare acqua e spegnere la luce quando non serve, comprare solo quel che serve e – soprattutto – favorire prodotti locali.

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