(Rinnovabili.it) – Con il progressivo aumento delle temperature globali, anche la bolletta della luce diventerà via via più calda. È quanto spiega un nuovo studio, pubblicato questi giorni su Nature, che analizza per la prima volta la correlazione tra cambiamenti climatici e spesa elettrica delle famiglie.
La ricerca è stata condotta dalla Virginia Tech in collaborazione con l’Università di Linz su 19 Paesi dell’Unione Europea: gli scienziati hanno valutato l’effetto delle temperature sui costi dell’interruzione della corrente. “Il cambiamento climatico è uno dei maggiori problemi che il nostro pianeta deve affrontare oggi e dobbiamo capire in che modo sia in grado di influire sulle spese delle famiglie”, spiega il coautore dello studio Klaus Moeltner, professore di economia agricola e applicata alla Virginia Tech. I cambiamenti climatici, gli eventi meteorologici estremi e i picchi (positivi negativi) nella colonnina di mercurio, possono danneggiare la rete elettrica e causare blackout. Comprendere i costi delle interruzioni di corrente e di come questi cambino nel tempo con l’intensificarsi del riscaldamento globale risulta necessario al fine di indirizzare in maniera corretta gli investimenti nelle misure di mitigazione. “Questo è particolarmente importante soprattutto quando si guarda alle case europee dove i sistemi di riscaldamento e raffreddamento rivestono una parte significativa del consumo elettrico”.
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La relazione finale illustra come la bolletta della luce domestica sia destinata ad aumentare. “La maggior parte del consumo energetico delle famiglie nell’UE proviene dal riscaldamento degli ambienti”, ha affermato Moeltner. “Questo spiega molti dei modelli che abbiamo scoperto: in questo momento le famiglie pagano di più per l’elettricità in inverno dal momento che utilizzano una gran quantità di stufette, ma in futuro, quando le temperature saranno più alte, le famiglie non ne avranno più bisogno e i loro costi energetici invernali diminuiranno”.
Nel dettaglio, quello che gli scienziati hanno scoperto è che, con l’aumento del riscaldamento globale, le famiglie saranno disposte a pagare di più per evitare le interruzioni di corrente d’estate e meno per quelle invernali, rendendo dunque le prime più costose delle seconde. Modellando questo comportamento sui possibili aumenti di temperatura futuri emerge che l’incremento delle spese durante la stagione più calda supererà qualsiasi risparmio durante i mesi più freddi. Si prevede che le interruzioni estive aumenteranno i costi orari della corrente del 20% a persona dal 2055.