(Rinnovabili.it) – La bozza di testo sulla lotta mondiale contro i cambiamenti climatici c’è. I quasi 200 Paesi riunitisi la scorsa settimana a Ginevra sotto l’egida dell’Onu hanno redatto l’impalcatura del futuro accordo internazionale sul clima, il trattato che i negoziatori della COP21 dell’Unfccc dovrebbero approvare quest’inverno a Parigi. Nonostante le premesse poco incoraggianti che hanno accompagnato il vertice svizzero, i delegati hanno lasciato la sede della discussione con un testo di 86 pagine. Questo documento è due volte più esteso del precedente, avendo incluso tutti i suggerimenti e le proposte pervenute, e ha dato la possibilità ai delegati di controllare il lavoro svolto a dicembre dello scorso anno a Lima, durante la COP20. “Il testo è stato redatto in piena trasparenza”, ha spiegato a margine della conclusione Christiana Figueres, segretario esecutivo del quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). “Ciò significa che, anche se è diventato più lungo, i paesi sono ormai pienamente consapevoli delle reciproche posizioni”. Si dà così concretamente il via al processo di negoziazione che dovrà lavorare su tale testo, individuando le principali opzioni condivise da tutti i paesi, in materia di mitigazione, adattamento, finanza, tecnologia e capacity-building.
Il passo successivo sarà dunque quello di restringere le possibilità e raggiungere il consenso unanime sui contenuti. I negoziati formali sul documento proseguiranno in occasione della Conferenza sui cambiamenti climatici a Bonn, questo giugno, con due ulteriori sessioni previste nel corso dell’anno e con riunioni a livello ministeriale che si svolgeranno durante tutto l’arco del 2015. E in chiusura del vertice di Ginevra arriva anche la notizia di come i Paesi firmatari del Protocollo di Kyoto abbiano tutti – ad esclusione del Canada ritiratosi nel 2011 – superato gli impegni presi nel taglio delle emissioni climalteranti. L’incoraggiante risultato è stato confermato dell’Onu oggi stesso, giornata in cui ricorre l’anniversario del celebre trattato che, ricordiamo, chiedeva un impegno vincolante contro la CO2 solo ai Paesi sviluppati.
Il segretariato dell’UNFCCC prevede di completare la contabilità emissiva entro la fine dell’anno o all’inizio del prossimo, ma secondo le informazioni fornite dalle parti del Protocollo di Kyoto le loro emissioni serra totali, alla fine del primo periodo di impegno, sono state il 22,6 per cento più basse rispetto all’anno di riferimento, il 1990. “Non possiamo collegare per intero questa riduzione direttamente al Protocollo, ma chiaramente l’accordo ha svolto un ruolo importante nel catalizzare questa tendenza”, ha aggiunto Figueres. “Parigi non risolverà il cambiamento climatico semplicemente con un tratto di penna. Ma dovrà attivare allo stesso modo impegni importanti, fornendo una chiara direzione d’azione”. Un secondo periodo d’impegno del Protocollo di Kyoto, esteso fino al 2020, è stato concordato nel 2012 ed è conosciuto anche come l’Emendamento di Doha, in quanto è stato stabilito all’interno della COP del Qatar. Peccato che dall’intesa si siano tirati fuori la maggior parte dei grandi inquinatori.