(Rinnovabili.it) – La calotta Antartica si sta sciogliendo. Lo abbiamo accennato la scorsa settimana descrivendo le drammatiche condizioni del ghiacciaio Thwaites, riprese dagli scienziati e dai ricercatori della Nasa e dell’Università di Washington che parlano di un fenomeno drammatico ormai inarrestabile.
Se l’innalzamento della temperatura non dovesse essere arrestato i nostri mari rischiano di innalzarsi di circa 4 metri in mille anni, causando la semi distruzione del pianeta e lo spostamento di intere popolazioni che abitano le coste.
Al polo Nord invece, dalla fine degli anni ’70, lo strato di ghiaccio marino si è ritirato del 12% ogni 10 anni e a maggio 2014, rivelano i dati del NSIDC (National Snow and Ice Data Center) è stato registrato il terzo punto più basso del ghiaccio mai registrato in quel mese con la previsione che l’area sarà caratterizzata da estati libere dal ghiaccio entro i prossimi 30-40 anni.
Decisamente molto sensibili ai cambiamenti climatici, le calotte polari sciogliendosi perdono parte del loro potere riflettente e assorbendo più luce anche il mare si scalda più velocemente dando il via ad un circolo vizioso che aumenta progressivamente la fusione dei ghiacci.
Monitorando Artide e Antartide, le specie che vi abitano e la struttura e le dimensioni del permafrost e del livello del mare i ricercatori riescono a seguire con maggiore attenzione le modifiche apportate dal cambiamento climatico e dall’innalzamento della temperatura e capire con precisione quale futuro ci aspetti.