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California, fracking esente dal razionamento dell’acqua

California fracking esentato dal razionamento dell’acqua

 

(Rinnovabili.it) – In California manca l’acqua per bere, ma non per il fracking. In piena siccità, la più grave a memoria d’uomo nel Paese, lo scorso anno le compagnie di petrolio e gas ne hanno impiegati 250 milioni di litri nelle operazioni di fratturazione idraulica. L’iniezione di liquido ad alta pressione, composto per il 90% d’acqua e per il resto di un mix di sabbia e sostanze chimiche (anche tossiche e cancerogene) è fondamentale nel fracking perché consente di generare crepe nelle rocce che racchiudono il gas. Attraverso queste crepe, tenute aperte dalla sabbia che vi si insedia, fluisce il metano, che viene poi risucchiato nelle cisterne. Soltanto la metà dell’acqua, però, ritorna in superficie e viene stoccata in bacini spesso male impermeabilizzati. Questo provoca l’inquinamento della terra e delle falde, senza contare che parte del gas non risale attraverso gli aspiratori della trivella, ma prende strade differenti, finendo anch’esso negli acquiferi utilizzati per l’uso agricolo o domestico. Così, a quei 250 milioni di litri “sprecati” nella trivellazione, si aggiungono intere riserve d’acqua potabile contaminate da benzene, toluene, etilbenzene, mercurio, bario, arsenico, cadmio, cromo, piombo e altre 700 sostanze chimiche (le stime sono dell’EPA).

 

California fracking esentato dal razionamento dell’acqua-

 

Su fracking e popolazione due pesi e due misure

In California sono fioccate le critiche, soprattutto dopo che il governatore Jerry Brown ha annunciato pochi giorni fa, per la prima volta, il razionamento dell’acqua in tutto lo Stato, con l’intento di tagliare del 25% i consumi.

Le tempeste di dicembre e febbraio hanno portato un po’ di sollievo alla terra riarsa, ma la maggior parte dei bacini idrici, oggi, si trova sotto la media storica. Secondo la NASA, addirittura, il Paese potrebbe essere entrato nel suo ultimo anno di risorse disponibili.

I razionamenti, che dovranno essere implementati dalle agenzie statali e locali, andranno a impattare su consumatori e imprese. I proprietari di immobili commerciali, industriali e istituzionali, saranno obbligati a ridurre l’utilizzo di acqua potabile.

 

L’unico settore esentato – a parte il fracking – è l’agricoltura. Il mondo agricolo è già stato duramente colpito dalle misure restrittive che lo Stato ha preso in questi tre anni, riducendo le quantità d’acqua rilasciata dai bacini e applicando periodiche restrizioni al pompaggio dai fiumi. Migliaia di ettari di terreno sono stati messi a maggese proprio per l’impossibilità di coltivare. Ma le trivelle, quelle no, non si fermano mai.

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