Rinnovabili • buco-dell-ozono Rinnovabili • buco-dell-ozono

ONU: il buco dell’ozono è in via di guarigione

Secondo lo studio sostenuto dalle Nazioni Unite, il buco dell’ozono sta guarendo e, in base ai trend osservati, potrebbe completamente sanarsi in tutto il globo entro il 2060

buco-dell-ozono

 

La lotta al buco dell’ozono è iniziata 30 anni fa con il Protocollo di Montreal

 

(Rinnovabili.it) – A poche settimane dalla pubblicazione dell’ultimo report IPCC, che descrive gli effetti devastanti di un aumento della temperatura di 2° C rispetto ai livelli pre-industriali, arrivano i risultati di un nuovo rapporto sostenuto dall’ONU, che mostra la continua guarigione del buco dell’ozono. Lo studio, “Scientific Assessment of Ozone Depletion: 2018”, è l’ultimo di una serie di rapporti, pubblicati ogni quattro anni, che monitorano il recupero dell’ozono nella stratosfera, uno strato che protegge la vita sulla Terra dalle radiazioni letali provenienti dal sole. Stando ai risultati contenuti nello studio, infatti, la concentrazione di sostanze che riducono lo strato di ozono sembrerebbe in continua diminuzione, tanto che è stato registrato un miglioramento nelle condizioni del buco dell’ozono rispetto alla precedente valutazione effettuata nel 2014. Dal 2000, in alcune parti della stratosfera, lo strato di ozono si è ristabilito a un tasso dell’1-3% e, volendo fare delle previsioni, gli studiosi azzardano una sua completa guarigione entro il 2030 nell’emisfero settentrionale, entro il 2050 in quello meridionale ed entro il 2060 nelle regioni polari.

 

Il raggiungimento di simili risultati è stato possibile grazie alle azioni concordate a livello internazionale nell’ambito dello storico Protocollo di Montreal, che ha visto la luce oltre 30 anni fa, quando era ormai chiaro che i clorofluorocarburi (CFC) e altre sostanze, come quelle contenute nei sistemi di raffreddamento e refrigerazione, stavano lacerando lo strato di ozono e permettendo a pericolose radiazioni ultraviolette di dilagare sulla terra. Tali risultati sono la dimostrazione di ciò che gli accordi globali possono raggiungere e un’ispirazione verso un’azione climatica più ambiziosa per fermare un aumento catastrofico delle temperature globali, ora più che mai ambita considerato anche quello che è emerso dall’ultimo report dell’IPCC.

 

L’anno prossimo, il Protocollo di Montreal sarà rafforzato con la ratifica dell’emendamento Kigali, che prevede il taglio futuro dei potenti gas impiegati nei frigoriferi, nei condizionatori d’aria e nei prodotti correlati, responsabili del riscaldamento globale. “Il Protocollo di Montreal è uno degli accordi multilaterali di maggior successo nella storia per una ragione – ha dichiarato Erik Solheim, responsabile Ambiente alle Nazioni UniteL’attento mix tra l’autorevolezza della scienza e l’azione collaborativa che ha definito il Protocollo per più di 30 anni e che è stato impostato per sanare il nostro strato di ozono è proprio il motivo per cui l’emendamento Kigali mantiene tale promessa per l’azione per il clima in futuro”. Gli autori del rapporto hanno scoperto che, se l’emendamento Kigali sarà pienamente applicato, il mondo potrà evitare fino allo 0,4% del riscaldamento globale di questo secolo, il che significa che svolgerà un ruolo importante nel mantenere l’innalzamento della temperatura globale sotto i 2 °C.