(Rinnovabili.it) – La Commissione europea sta cedendo alle pressioni delle multinazionali biotech per ridurre al minimo i controlli sanitari e di sicurezza sulle importazioni di colture OGM. Lo ha scoperto Friends of the Earth Europe, che ha pubblicato la lettera inviata da Bernhard Url, direttore esecutivo dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), a Ladislav Mirko, capo della DG SANCO (Direzione Generale Salute e Consumatori) della Commissione Ue. Si tratta di una risposta dell’EFSA alla seguente richiesta della Commissione: è possibile aggirare i controlli di sicurezza alimentare in caso di importazione di prodotti contaminati da OGM? Nel linguaggio burocratese delle istituzioni europee suona un po’ diverso, ma comunque abbastanza esplicito. L’oggetto della missiva, infatti, dà esplicitamente mandato all’EFSA di indagare su una «possibile deroga rispetto agli attuali requisiti» necessari all’approvazione di alimenti e mangimi con bassi livelli di OGM.
Al momento, le importazioni di alimenti che contengono tracce di organismi transgenici non autorizzati in Ue vengono vietate: le regole ammettono al massimo una presenza di OGM dello 0.9%, ma solo in caso di colture autorizzate nel continente (riportate nel Registro europeo). Se verrà indebolita la normativa sui controlli, Friends of the Earth è convinta che alimenti e mangimi potrebbero subire la contaminazione fino allo 0.9% anche da parte di organismi non autorizzati in Europa. Ovviamente, senza che tutto ciò venga indicato in etichetta.
Il gruppo ambientalista è convinto dietro alla richiesta di informazioni contenuta nella lettera vi siano le pressioni delle lobby dell’agroalimentare per l’approvazione del TTIP. L’accordo di libero scambio, in fase negoziale fra Stati Uniti e Unione europea, potrebbe trasformarsi nel cavallo di Troia delle corporations. La Commissione europea ha ripetutamente affermato che leggi sulla sicurezza alimentare in Europa non saranno influenzate dal TTIP, ma da questi documenti emerge una realtà diversa, che le dichiarazioni pubbliche tendono a coprire.
Le ipotesi più fosche di Friends of the Earth sono rafforzate dalle e-mail pubblicate lo scorso luglio sul sito del Corporate Europe Observatory. I messaggi raccontano di un incontro fra lobby dell’industria e delegati europei, il 17 marzo 2014 a Washington, svelando la strategia delle multinazionali del biotech: Le associazioni Seed, ASTA ed ESA, trainate dalle ben note Monsanto, Syngenta, Bayer, BASF, Limagrain e Du Pont/Pioneer, stanno spingendo per ottenere che i prodotti transgenici cosiddetti di “prossima generazione” sfuggano alla legislazione europea e vengano perciò autorizzati senza alcuna etichettatura.
Qualche giorno dopo il meeting, il 21 marzo, i delegati europei hanno inviato una e-mail ai colleghi della DG SANCO con le richieste delle aziende: «Le associazioni dei semi si concentrano su tre temi prioritari per il TTIP: aspetti fitosanitari e ruolo che il gruppo di lavoro bilaterale può svolgere in questo senso, nuove tecniche di allevamento delle piante (non vedono specifiche esigenze di regolamentazione) e presenza di OGM nelle sementi convenzionali».