Greenpeace mette in guardia: “Si rischia di far esplodere la deforestazione”
(Rinnovabili.it) – I cambiamenti climatici sono una questione secondaria e il Brasile ha sofferto di una proliferazione di multe ambientali che avevano soltanto un carattere ideologico. Il nuovo ministro dell’ambiente brasiliano, Ricardo Salles, sembra essere ben allineato in tema di ambiente e clima con chi l’ha nominato, ovvero Jair Bolsonaro, nuovo Presidente del Brasile che entrerà ufficialmente in carica dal 1 gennaio 2019. Ex segretario all’ambiente per lo stato di San Paolo, la nuova carica che Salles andrà a ricoprire con il nuovo governo è stata annunciata in un tweet proprio da Bolsonaro e per gli ambientalisti rappresenta un passo indietro per l’Amazzonia, in un momento in cui la deforestazione e l’estrazione illegale sono in aumento.
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Salles, infatti, è anche accusato di aver modificato le mappe di delineazione di un’area protetta nello stato di San Paolo, con la chiara intenzione di favorire le imprese e avvantaggiare i settori economici, in particolare l’estrazione mineraria; e non c’è da stupirsi dato che lo stesso Bolsonaro ha più volte affermato che le aree protette in Amazzonia ostacolano lo sviluppo. In un’intervista al quotidiano Folha de São Paulo, Salles si è espresso anche sulla possibilità di uscita del Brasile dall’accordo di Parigi, una minaccia lanciata da Bolsonaro durante la campagna elettorale sulla quale poi ha fatto marcia indietro, dichiarando che analizzerà a fondo i punti più delicati, ma ricordando che la sovranità nazionale sul territorio non è negoziabile.
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Per il direttore delle politiche pubbliche di Greenpeace Brasile, Marcio Astrini, Salles non è stato scelto per la sua storia di protezione ambientale, ma perché accetta l’ordine del giorno di Bolsonaro. “La neutralizzazione delle agenzie ambientali – mette in guardia Astrini – e la riduzione delle aree protette potrebbe far esplodere la deforestazione”.
A nomeação de Salles ocorre no momento em que a área ambiental recebe más notícias: o desmatamento da Amazônia registrou o maior índice dos últimos dez anos e o país acaba de retirar sua candidatura para sediar a COP-25 https://t.co/KMD8YQeTc6
— Greenpeace Brasil (@GreenpeaceBR) 9 dicembre 2018