Sembra che il principale problema del governo brasiliano in ottica di politica ambientale sia la mancanza di risorse economiche. Per questa ragione, nonostante la deforestazione aumenti e non sia chiaro in che modo il Brasile voglia contenerla, il ministro per l'Ambiente Salles lancia un monito contro le economie più avanzate affinché si impegnino di più. Anche, e soprattutto, finanziariamente.
Il Brasile chiederà più finanziamenti ai paesi sviluppati durante la prossima COP25
(Rinnovabili.it) – A quanto pare, il Brasile è in cerca di risorse finanziarie per attuare i suoi piani di protezione ambientale. Questo è quanto ha dichiarato questa settimana il ministro dell’Ambiente Ricardo Salles, ribadendo la volontà del governo brasiliano di ridurre la deforestazione della foresta pluviale.
Tuttavia, insieme alle risorse, mancano anche ben altre cose: chiari obiettivi numerici, le tempistiche e una più concreta roadmap per capire in che modo attuare queste intenzioni, che dovrebbero coniugare sviluppo economico e applicazione di leggi ambientali.
Se, da una parte, Salles conferma gli impegni ambientali del Brasile (o, per lo meno, le sue intenzioni), il presidente Jair Bolsonaro mette in dubbio i doveri del paese nella lotta alla deforestazione. Trincerandosi dietro motivazioni di carattere “culturale”, Bolsonaro ha dichiarato che abbattimenti degli alberi e incendi sono fenomeni che non vedranno mai una fine, aggiungendo – e contraddicendo tutti i dati a disposizione – che la deforestazione è stata più elevata durante il precedente governo. Le rilevazioni satellitari, piuttosto, affermano che abbia toccato il suo punto più alto negli ultimi 11 anni.
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Durante un incontro con i governatori statali della regione amazzonica, Salles ha inoltre dichiarato che il Brasile chiederà finanziamenti aggiuntivi per i paesi in via di sviluppo in occasione della COP25 delle Nazioni Unite. Secondo il ministro, i paesi sviluppati, che storicamente hanno emesso più gas a effetto serra, dovrebbero assumersi maggiori responsabilità nella lotta ai cambiamenti climatici, sforzandosi più degli altri – anche e soprattutto finanziariamente – per contenere le emissioni e adattarsi agli effetti del riscaldamento globale.
Secondo le clausole dell’Accordo di Parigi, le economie più avanzate si sono impegnate a mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno in finanziamenti entro il 2020 e, a tal proposito, Salles si domanda quale sia “la quota effettiva che spetta al Brasile di questi 100 miliardi all’anno”. Alla domanda su come ci si potrebbe aspettare che altre nazioni diano più soldi al Brasile a fronte dell’aumento della deforestazione, il ministro brasiliano ha risposto che il paese si sta comunque impegnando nel ridurre le sue emissioni di gas serra.
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Tuttavia, a breve il ministero dell’Ambiente dovrebbe ricevere circa 230 milioni di reais (pari a 54,82 milioni di dollari) da un fondo istituito con i proventi di un accordo con la Petroleo Brasileiro SA, ma ancora non è chiaro come questi fondi verranno utilizzati.