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In Brasile le dighe dei fanghi tossici diventeranno illegali

Il nuovo sottosegretario all’Ambiente Anderson Silva de Aguilar che promuove la legge ha anche annunciato lo stop delle attività della Samarco per tutto il 2016 e forse anche per il 2017

In Brasile le dighe dei fanghi tossici diventeranno illegali

 

(Rinnovabili.it) – Lo stato di Minas Gerais vuole approvare una legge che bandisce le dighe di contenimento come quella della Samarco, il cui cedimento lo scorso novembre ha provocato uno dei peggiori disastri ambientali della storia del paese. Questo tipo di barriera è comunemente impiegata per creare un bacino di stoccaggio artificiale dove far confluire il materiale di scarto delle attività estrattive, principalmente fanghi tossici e altamente inquinanti.

A dare l’annuncio è il nuovo sottosegretario all’Ambiente Anderson Silva de Aguilar, che ha aggiunto che la Samarco – una joint venture al 50% tra Vale SA e BHP Billiton – non riceverà il permesso di riprendere le sue attività quest’anno, e potrebbe vederselo negato anche nel 2017.

 

Se la legge sarà approvata segnerà un importante cambio di rotta nella gestione politica di questa crisi ambientale. Infatti il predecessore di de Aguilar, Geraldo Abreu, aveva scartato questa possibilità non più tardi dello scorso maggio. Si tratta in ogni caso di una decisione in cui rientrano fortissimi interessi economici: vietare le dighe di contenimento significa far impennare i costi di qualsiasi nuovo progetto minerario in Brasile, particolare non secondario che può scoraggiare tanti investitori.

Sull’altro piatto della bilancia pesa la tutela dell’ambiente. Le dighe di contenimento costano circa la metà di quelle tradizionali ma sono anche molto più pericolose, perché non poggiano su roccia solida o materiale esterno, bensì su strati di quegli stessi scarti tossici delle miniere. L’unico stato ricco di miniere che si è spinto fino a bandire le dighe di contenimento è stato il Cile, dove si sono verificati in passato analoghe catastrofi in seguito a terremoti.

Il Brasile ha trovato con Samarco un accordo miliardario per il risarcimento, ma i rifiuti tossici sversati nel Rio Doce che contengono piombo, rame e cadmio continuano a minacciare gli ecosistemi e la popolazione. Tuttavia la procura federale che segue le indagini ha di recente accusato Samarco di non aver messo in atto le necessarie misure di emergenza imposte dall’Agenzia per la protezione ambientale. Secondo la procura, la quantità di fanghi tossici non adeguatamente contenuta ammonta a 24,8 milioni di metri cubi, l’equivalente di 10mila piscine olimpioniche.