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Brasile: ddl sullo zucchero mette a rischio la foresta amazzonica

foresta amazzonica
(foto di kakteen / Shutterstock)

 

Il Brasile vorrebbe togliere i vincoli al disboscamento della foresta amazzonica

(Rinnovabili.it) – Nuove minacce per la foresta amazzonica. Il Senato brasiliano dovrebbe pronunciarsi oggi su un disegno di legge, presentato dal centro destra e ampiamente sostenuto dal governo Temer, che aumenterebbe le aree destinate alla produzione di canna da zucchero all’interno del territorio amazzonico. Più precisamente, la proposta prevede di modificare le attuali linee guida di zonizzazione eliminando il divieto di coltivazione da zone come il Cerrado o il Panatanal, fino a ieri tutelate per legge.

 

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La protesta non si è fatta attendere e alle voci di ambientalisti, movimenti sociali e persino artisti come Caetano Veloso e Marisa Monte, si aggiunta da ultimo anche l’industria dello zucchero e del bioetanolo brasiliano. La União da Indústria de Cana-de-Açúcar (UNICA), la più grande organizzazione rappresentativa del settore, fa sapere di non approvare la proposta, temendo anche un cattivo ritorno d’immagine. “Modificando le linee guida della zonizzazione, la legge potrebbe determinare una forte pressione sulla deforestazione nel bioma amazzonico“, ha dichiarato UNICA in una nota stampa. “I biocarburanti e l’industria dello zucchero brasiliani non supportano la deforestazione. Il ddl può offuscare la sua reputazione e mettere a repentaglio i mercati già conquistati e il valore dei prodotti brasiliani”.

 

 

Il provvedimento, in realtà, non è nuovo: il disegno di  legge (Projeto de Lei do Senado N° 626/2011) è stato presentato per la prima volta quasi otto anni fa dal senatore Flexa Ribeiro, approvato a maggio 2012 e quindi bloccato fino a oggi. Se dovesse essere approvato autorizzerà la coltivazione della canna da zucchero nell’area chiamata Amazzonia Legale, nelle zone “già degradate o dedicate ai pascoli a bassa produttività”. Una precisazione che non rassicura affatto, però, il fronte di opposizione come spiega Carlos Minc, ex ministro dell’ambiente “Quando abbiamo sviluppato la zonizzazione della canna da zucchero, abbiamo discusso ampiamente all’interno del governo e con il settore industriale e abbiamo concordato che vi fosse terra più che sufficiente per raddoppiare la produzione di canna senza invadere aree dedicate alla produzione alimentare, il bacino dell’Alto Paraguay e l’Amazzonia […] È incredibile che nove anni dopo, con tutti gli impegni assunti dal Brasile a Parigi, le stesse persone abbiano intenzione di far risorgere la stessa legge per aprire l’Amazzonia alla canna da zucchero”.

 

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