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Per il Ministro degli Esteri brasiliano non esiste nessuna “catastrofe climatica”

In un lungo intervento presso la Heritage Foundation, Ernesto Araujo ha definito ripetutamente l'attenzione internazionale sul cambiamento climatico una forma d'ideologia tesa a incrinare la sovranità nazionale del Brasile.

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Il Ministro degl’esteri del Brasile, Ernesto Araujo, durante l’intervento alla Heritage Foundation

“Non è in corso nessuna catastrofe climatica: da come sta procedendo il dibattito sembrerebbe che il mondo sta finendo” ha detto Araujo

 

(Rinnovabili.it) – “Da come sta procedendo il dibattito sembrerebbe che il mondo sta finendo. Ma non è in corso nessuna catastrofe climatica”: questa l’opinione espressa dal Ministro degli Esteri brasiliano, Ernesto Araujo, durante un intervento presso la Heritage Foundation di Washington, un think tank conservatore americano principalmente orientato verso le politiche pubbliche.

 

In un discorso di circa 45 minuti, Araujo ha definito il dibattito pubblico sul cambiamento climatico come un tentativo di sollevare allarmismo per fini politici come parte di una cospirazione di sinistra contro il Brasile e gli Stati Uniti.

 

Allo stesso modo, il Ministro degl’Esteri brasiliano ha sostenuto la mancanza di evidenze scientifiche a sostegno del riscaldamento globale. Una posizione in antitesi con quanto affermato dai report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) riconosciuti come “la miglior scienza attualmente disponibile” durante l’ultima Conferenza ONU sul Cambiamento Climatico (SB50) di Bonn a fine giugno.

 

Araujo ha criticato anche l’attenzione mediatica e diplomatica ricevuta nelle scorse settimane dagl’incendi che hanno attanagliato la foresta amazzonica e dagli allarmi riguardo la deforestazione: secondo il Ministro degl’Esteri, la quantità di roghi scoppiati nella scorsa estate sarebbe in linea con le medie stagionali registrate in Brasile anche nel 2018.

 

Secondo Araujo, la deforestazione della foresta amazzonica brasiliana rappresenterebbe solo il 2% delle emissioni globali di CO2, mentre, a livello mondiale, l’abbattimento di alberi e foreste sarebbe responsabile dell’11% delle emissioni di diossido di carbonio: “Quindi, anche se assumiamo che le emissioni di CO2 controllino direttamente la temperatura, cosa che i modelli di computer non mostrano, il Brasile non è il colpevole”, ha concluso Araujo.

 

Non è la prima volta che Araujo attacca scienziati ed esperti sul fronte del cambiamento climatico. Poche settimane prima di essere nominato dal Presidente Jair Bolsonaro alla guida del Ministero degli Affari Esteri, Araujo, sul proprio blog, aveva definito la crisi del clima come un “complotto marxista teso a favorire il predominio degli Stati democratici e la crescita economica della Cina“.