Mauro Spagnolo: Assessore Bramerini, lei ha recentemente affermato, rispondendo ad un’interrogazione presentata in Commissione Territorio sulla raccolta differenziata dei rifiuti urbani, che il dato regionale al 2012 vede la Toscana al 43 per cento della raccolta e che l’obiettivo di arrivare al 70 per cento entro il 2020 è ambizioso, ma alla vostra portata. C’è però chi ritiene che gli obiettivi del Piano di Gestione dei Rifiuti regionale siano un miraggio propagandistico: come intende concretamente ottenere questo risultato?
Anna Rita Bramerini: Il nuovo Piano dei Rifiuti e delle Bonifiche è un piano innovativo rispetto al passato, traghettando la Toscana da qui al 2020 in modo che sia una regione più europea rispetto alla gestione dei rifiuti.
Le percentuali che stanno alla base del piano e ne rappresentano gli obiettivi sono 70, 20 e 10. Ovvero 70% l’obiettivo di raccolta differenziata al 2020 (che è il 5% in più dell’obiettivo che doveva, per legge nazionale, essere raggiunto nel 2012). Poi, 20% la capacità della Regione di portare a recupero di energia i rifiuti che vengono prodotti in Toscana e 10 il conferimento massimo previsto nelle discariche. In sintesi, più riciclo e meno impianti rispetto a quelli ad oggi presenti nei piani provinciali e interprovinciali. Ci riusciremo mettendo in campo e potenziando una serie di iniziative che possano prevenire la formazione dei rifiuti e facilitare la raccolta differenziata, che è u n mezzo e non un fine che è e rimane il riciclo. Tra queste, il passaggio sempre più capillare al sistema di raccolta porta a porta, l’aumento degli acquisti verdi, l’autocompostaggio, l’introduzione di fontanelli, del recupero degli scarti alimentari, e l’introduzione di schemi tariffari basati sul principio “paghi per quello che produci”.
Se gli obiettivi che ho citato saranno realizzati da qui al 2020 come noi auspichiamo, già ora è possibile pianificare una riduzione della dipendenza dalle discariche, il primo importante traguardo strategico insieme a quello della raccolta differenziata. Sono tutti obiettivi concreti, che presuppongono un impegno serio e un nuovo slancio del sistema verso obiettivi possibili.
MS: Parliamo di PAER – Piano regionale per l’ambiente e l’energia – cioè lo strumento per definire gli obiettivi strategici per il futuro energetico regionale. Mi sembra che in quest’ambito la filiera del calore, e in particolare la geotermia a media entalpia di cui tanto la regione è ricca, giochi un ruolo essenziale per rispettare gli obiettivi del Burden Sharing. Con quali priorità e strumenti verrà affrontato un problema così delicato?
AB: In realtà è il Governo che per primo ha individuato la necessità di un forte riequilibrio a favore della filiera del calore da rinnovabili rispetto alle rinnovabili elettriche. Nelle traiettorie che sono state assegnate alla Regione Toscana insieme agli obiettivi cogenti del “burden sharing”, è previsto che la Toscana produca al 2020 da rinnovabili termiche quasi 800 ktep, con una crescita quasi esponenziale di tale produzione.
Abbiamo espresso dubbi sulla possibilità che nel calore si possano raggiungere in pochi anni queste cifre anche se concordiamo che nel campo del calore da rinnovabili si possa e si debba fare di più.
Al riguardo, oltre al campo nuovo delle pompe di calore, due sono le filiere del calore che abbiamo individuato: insieme a quello citato della geotermia, c’è la filiera delle biomasse di origine locale che, per le caratteristiche della nostra regione assume centralità.
Nel campo dello sfruttamento della media e bassa entalpia geotermica un apporto importante sicuramente arriva dall’evoluzione tecnologica in corso. In particolare per la media entalpia, siamo aperti alle nuove tecnologie.
Riguardo ai permessi di ricerca presenti sul territorio toscano abbiamo indicato l’opportunità che le aziende ci presentino in modo coordinato i progetti di impianti a media entalpia che intenderanno portare avanti. Riteniamo infatti importante affrontare il passaggio dalla fase della ricerca allo sfruttamento della media entalpia in termini complessivi procedendo, per quanto possibile, a valutazioni d’insieme e sviluppando le sinergie tra le varie iniziative in modo da evitare l’effetto cumulo degli impatti ambientali. A questo scopo, oltre alle aziende che hanno attualmente premessi di ricerca in Toscana andranno coinvolti i Comuni interessati così da garantire un utilizzo sostenibile della risorsa che sia motore di sviluppo anche localmente.
MS: In merito all’ultima alluvione che ha afflitto la regione, ritiene che le cause siano imputabili ad un evento meteorico straordinario o ci sono dei problemi di mancata manutenzione idrogeologica del territorio?
AB: Rispetto agli ultimi eventi alluvionali si è trattato sicuramente di fenomeni pluviometrici intensi, con punte di particolare eccezionalità localizzate in Garfagnana, Chianti fiorentino e provincia pistoiese. Sono stati osservati cumulati di pioggia nelle zone maggiormente colpite che hanno sfiorato puntualmente i 150 mm nelle 24 ore. Solo per dare un’idea si sono registrate punte di oltre 360mm a Barga, Gallicano 324mm, Fornovolasco 319mm, ma anche a Monticano 272mm, Monteroni d’Arbia 248mm. Il carattere temporalesco della perturbazione ha raggiunto anche picchi di intensità oraria assolutamente eccezionali fino a 119mm in un’ora a Careggine e 69mm in un’ora a Monticano. Sono stati oltre 50 i sensori di pioggia nel territorio regionale che hanno registrato piogge con tempi di ritorno stimati ben oltre i 50 anni nelle 6-12-24 ore. Sicuramente a questo si associa più che una mancata manutenzione dei corsi d’acqua, una limitata manutenzione dei versanti, come boschi, foreste e pendici. Una situazione che dipende in gran parte dall’abbandono delle zone montane e rurali.
MS: Sempre a proposito dei dissesti idrogeologici, secondo Massimo Bastiani – coordinatore scientifico del Tavolo nazionale – la metodica dei “Contratti di fiume”, appunto, è uno strumento per reagire alla continua emergenza e per investire vantaggiosamente le risorse pubbliche con un rapporto di addirittura uno a sei, calcolando i danni provocati. Qual è il suo parere sui “Contratti di Fiume” e sulla possibilità che possano essere applicati nella sua regione?
AB: Tutte le iniziative che servono a aumentare l’attenzione sui corsi d’acqua, la loro gestione e la loro fruibilità sono iniziative che permettono anche di svolgere e migliorare l’azione preventiva sui nostri fiumi, quindi anche i contratti di fiume si inseriscono in questa logica. Come Regione Toscana stiamo seguendo con attenzione l’esperienza di altre regioni, come è emerso nell’ultimo tavolo nazionale sui contratti di fiume che si è svolto il mese scorso proprio a Firenze.
MS: Veniamo all’efficientamento energetico negli edifici ed al ruolo che esso può avere nella corsa alla riduzione delle emissioni. Lei ha affermato che le questioni prioritarie a riguardo sono “prudenza nei comportamenti e intelligenza nella progettazione, ma soprattutto una politica in grado di stimolare le iniziative”. A che punto è la Toscana su questo fronte?
AB: Nell’ambito della politica energetica ed ambientale, la Regione Toscana ha sempre promosso interventi volti a migliorare l’efficienza energetica degli edifici sia pubblici che privati. Anche il nuovo PAER, il Piano Energetico e Ambientale appena approvato, prevede quali azioni prioritarie finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto quelle rivolte all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare.
La prudenza nei comportamenti e l’intelligenza di progettazione vuol dire saper sfruttare al meglio le risorse sia energetiche che economiche anche attraverso la conoscenza delle migliori tecnologie nonchè di utilizzo dei materiali per la progettazione di interventi di efficientamento energetico. Per questo la Regione Toscana nel corso di questi anni ha redatto linee guida tecnico costruttive tipologiche ed impiantistiche per garantire un’edilizia sostenibile e ha adottato strumenti normativi con standard di rendimento per gli edifici al fine di ridurne i consumi energetici.
Negli ultimi anni la Regione Toscana ha messo a disposizione fondi regionali ed europei complessivamente pari a circa 9,5 milioni per finanziare, attraverso bandi rivolti alle Amministrazioni pubbliche e ai privati, interventi anche nel settore dell’efficientamento energetico conseguendo un risparmio annuo totale pari a 6600 tep. Ha anche intrapreso campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini per la promozione delle buone pratiche per il contenimento dei consumi energetici degli edifici.
Inoltre si è impegnata per la riduzione dei consumi energetici per strutture sanitarie e per il miglioramento dell’efficienza energetica. Infine, anche la futura programmazione comunitaria 2014-2020, in coerenza con la politica energetica nazionale sarà rivolta ad interventi di efficientamento energetico degli edifici ed in particolare quelli pubblici.